mercoledì 3 settembre 2025

LA BASSA ROMAGNA NEL CINEMA

di Fabio Pagani

La Romagna in celluloide è spesso associata a Federico Fellini e ad Amarcord: la storia della vita del regista nel contesto della sua Rimini. È vero che si tratta di un racconto paradigmatico di una terra contadina e di provincia, quindi ascrivibile anche alla “bassa”, ma ci distanziano da essa una settantina di chilometri di persone e tradizioni.

Anche la nostra Romagna ha recitato un ruolo importante nella storia del cinema italiano a cavallo fra gli anni ’60 e la fine del millennio: vediamo come.

Partiamo da La riffa (1962), girato da Vittorio De Sica, quarto episodio del film Boccaccio ’70

Sophia Loren sul set (foto tratta dalla Cineteca di Bologna)

Oggetto della sagra paesana è una singolare lotteria che ha come premio Zoe (interpretata da Sophia Loren), giunonica ragazza che gestisce un tiro a segno, che si offre al vincitore per aiutare due amici in difficoltà. Il fortunato è il sagrestano del paese, che però non riscatterà mai il proprio premio…

Le scene principali si articolano fra Lugo (viale della Libertà, piazza Garibaldi e via Risorgimento) e Bagnacavallo (via Farini), dove le persone informano Cuspìt (pronuncia Cuspèt) di essere il vincitore della riffa.

Nel 1970, Luigi Filippo D’Amico filma una pellicola diventata cult, la prima nel suo genere: Il presidente del Borgorosso Football Club. Benito Fornaciari, interpretato da Alberto Sordi, eredita dal padre scomparso la proprietà della squadra di calcio del paese di Borgorosso; cresciuto nell’austero ambiente del Vaticano, Benito è dapprima riluttante, ma poi si fa trascinare dalla passione della gente della sanguigna Romagna e, nonostante le disavventure finanziare, rimane in sella alla squadra eccitando la folla con l’acquisto del grande campione Omar Sivori. 

Alberto Sordi ed Omar Sivori durante le riprese (foto personale)

Le scene sono ambientate a Lugo (stadio e cantine Valli, dove ha sede l’ufficio di Fornaciari), Tredozio e soprattutto Bagnacavallo, di cui si vedono molti scorci del centro e l’esterno ed interno del teatro Goldoni, dove ha vita la scena più iconica del film.

Chiudiamo la nostra rassegna con L’Agnese va a morire (1976) di Giuliano Montaldo. Tratta dall’omonimo romanzo di Renata Viganò, l'opera è incentrata sulla storia di una donna, a cui i tedeschi hanno ucciso il marito, che decide di entrare nella Resistenza con il compito di consegnare dispacci segreti ai compagni di lotta. Sono diverse le location scelte dal regista per girare le scene: la piazza di Bagnacavallo, dove i nazisti espongono il cadavere di un partigiano, le valli di Comacchio, via destra Senio ad Alfonsine, Ravenna, ecc.

Via destra Senio, Alfonsine (fotogramma)

Il feeling fra la Romagna ed il cinema non finisce certamente qui: potremmo, infatti, parlare di tante altre pellicole, da La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone di Pupi Avati (1974), a La neve nel bicchiere di Florestano Vancini (1984), per chiudere con E allora mambo (Lucio Pellegrini, 1999).

Vi invito a rimanere attenti e… Al prossimo ciak!

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lunedì 1 settembre 2025

Forlì vs Ravenna 1-0

La maledizione Miramari non perdona: il Ravenna cade a Forlì

di Fabio Pagani

La legge del Morgagni colpisce ancora: il Ravenna cade a Forlì e lo fa dopo aver disputato una partita in cui gli è mancato un po' di mordente, nonostante l’impegno. Tante le occasioni create dai giallorossi, rimane l'amaro in bocca per una prestazione non negativa, ma meno brillante sul piano del gioco rispetto alle ultime.

Davanti a 611 supporters giallorossi, in una cornice di pubblico da copertina, il Ravenna cerca di fare la partita pressando e aggredendo i padroni di casa. Il Forlì mette fuori il becco all’11’ con l’ex Simone Saporetti, che conclude debolmente. Tre minuti dopo si fa vedere Di Marco che, su invito di Motti, da posizione defilata prova un sinistro che finisce largo. Al 15’, Ravenna vicinissimo al gol: Tenkorang si inserisce, di forza, con i tempi giusti e si presenta davanti a Martelli: il tiro del centrocampista è, però, centrale ed il portiere respinge d’istinto. Al 26’ Saporetti e al 30’ Farinelli provano ad impensierire Anacoura, senza fortuna. Ma l'inerzia del match sembra cambiare e la truppa di Miramari prende sempre più campo. Sul finale di tempo segnaliamo due occasioni, una per parte: Tenkorang, ancora lui, di testa su corner di Spini, con Menarini che respinge il pallone quasi sulla linea di porta; un minuto dopo, al 42’, tiro-cross velenoso dal lato destro dell’area di rigore di Manetti, bloccato in maniera sicura da Anacoura.

Le due squadre all'ingresso in campo

Ripresa subito con un cambio: fuori l’acciaccato Lorenzo Saporetti e dentro un altro ex, Pellizzari. Al 3’, il Morgagni esplode di gioia: grande azione di Saporetti, che si incunea ai 25 metri, chiamando allo scambio Scorza: movimento da pivot del numero 21 biancorosso e sfera appoggiata allo stesso Saporetti, che trafigge Anacoura con un sinistro secco sul primo palo. La dura legge dell’ex. Al 5’, corner di Menarini (fra i migliori del Forlì) e girata volante di Elia alta sulla traversa. Al 14’, Marchionni cambia e passa al 3-4-3, inserendo Zagre per Tenkorang e Lonardi per Di Marco; la mossa dà la scossa ai giallorossi, ora più minacciosi. Al 19’, Spini si invola sulla sinistra e serve un assist al bacio per Corsinelli che, solo al centro dell’area, spara alle stelle. 21’, ci prova Zagre: controllo e girata di destro, ma Martelli dice di no. Sugli sviluppi del corner seguente, zuccata centrale di Rossetti, facile per il portiere di casa. Al 25’, Ravenna ad un passo dal pari: ancora Zagre (buona la sua gara) in evidenza con il recupero di un pallone al limite dell’area, appoggio intelligente a Lonardi che fa partire un sinistro a giro sul secondo palo: Martelli è fermo, ma la sfera fa la barba al montante ed esce sul fondo. 

I 611 tifosi ravennati al Morgagni

Alla mezz’ora ci riprova Rossetti, stavolta su centro di Donati, ma il suo destro è sporcato in calcio d’angolo da Elia. Nel finale di un derby molto combattuto e nervoso il Forlì rimette la testa fuori dal guscio, prima con Macrì (sinistro dai sedici metri, alto) e poi con Farinelli, anticipato sul più bello da Da Pozzo. Finisce così, 1 a 0, con il trionfo di tattica e grinta dell’undici di Miramari, apparso più affamato e determinato degli avversari. Il Ravenna non ha comunque demeritato, avendo creato diverse occasioni, ma è mancata, a nostro giudizio, la lucidità necessaria per portare a casa una partita del genere contro un avversario spigoloso e duro a morire.

Il tabellino

Forlì vs Ravenna 1-0 (3’st. S. Saporetti)

FORLI’: 22Martelli, 24Cavallini, 25Elia, 27Manetti, 4L. Saporetti © (1’st. 32Pellizzari), 11Farinelli (51’st. 19Ercolani), 3Menarini, 21Scorza (37’st. 6Franzolini), 10Macrì, 7Petrelli (23’st. 9Manuzzi), 33S. Saporetti (23’st. 30Coveri).  A disp.: 1Calvani, 12Veliaj, 2Mandrelli, 8Ripani, 14Spinelli, 15Berti, 16Valentini, 18Giovannini, 29Graziano, 31La Rosa. All. A. Miramari.

RAVENNA: 1Anacoura, 47Scaringi (27’st. 2Donati), 21Esposito, 5Solini, 27Corsinelli (27’st. 20Calandrini), 8Rossetti, 16Tenkorang (14’st. 29Zagre), 6Di Marco (14.st. 17Lonardi), 11Rrapaj © (38’st. 77Da Pozzo), 19Spini, 9Motti. A disp.: 12Stagni, 24Borra, 4Mandorlini, 7Okaka, 32Ilari, 44Bianconi, 45Castellacci, 76Zakaria, 73Sermenhi. All. M. Marchionni.

Ufficiali di gara: sig. Lovison, sig. Singh (1^ assistente), sig. Rispoli (2^ assistente), sig. Eremitaggio (quarto di gara), sig. Rignanese (FVS).

Ammoniti: 20’pt. L. Saporetti, 10’st. Pellizzari, 12’st. Di Marco, 15’st. Macrì, 19’st. Lonardi, 32’st. Menarini, 33’st. Spini, 35’st. Calandrini.

Calci d’angolo: 5 a 8.

Recupero: 0 min. e 5 min.

Note: serata calda e umida, oltre 600 tifosi ospiti sugli spalti. Spettatori complessivi circa 3000.

Le parole del dopopartita (raccolte negli spogliatoi dall'amico Francesco Elia, collaboratore del giornale "Piazzale della Vittoria")

Mr. Marchionni: secondo me abbiamo fatto una buona gara soprattutto in fase di non possesso; avremmo potuto fare meglio con il pallone fra i piedi, abbiamo creato molto, reagendo dopo il gol subito. Non siamo riusciti a sfruttare al meglio le occasioni avute. Mi "girano" un po' per la rete incassata perchè abbiamo perso due palloni tra le linee; tolto questo, però, ho del rammarico in quanto avremmo probabilmente meritato il pareggio soprattutto nel secondo tempo e dopo il cambio di modulo Non cerchiamo alibi, abbiamo perso e accettiamo il risultato. 

Mr. Miramari: abbiamo continuato il nostro cammino, con la differenza che oggi siamo riusciti a raccogliere i frutti del nostro lavoro. La prestazione è stata buona, anche se c'è ancora molto margine di miglioramento; stiamo andando nella direzione giusta: "tu fai tre passi e l'orizzonte si allontana di altri tre passi", come dice Eduardo Galeano (scrittore uruguaiano, N.d.A.), ma il percorso è quello giusto.