lunedì 16 agosto 2021

VIVI NELLA PAROLA… IN PILLOLE

 

Cari lettori,

oggi vogliamo incuriosirvi ed avvicinarvi, se possibile, alla lettura del nostro libro, “Vivi nella parola. I sepolcri dei poeti romagnoli” (casa editrice L'arcolaio). Lo facciamo parlando di uno dei trenta autori presenti nella raccolta, vale a dire Francesco Talanti, sant’albertese come Olindo Guerrini.

Di formazione scientifica - fu, infatti, professore di matematica - Talanti nutre un profondo interesse per la letteratura e la storia, tanto è vero che ha prodotto una monumentale Storia d’Italia, già in stampa presso Mondadori, a Milano, ma andata perduta a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. Il Nostro, noto ai suoi compaesani con il soprannome di “Cecco e’ mat”, stravagante, ma geniale, si fa apprezzare, oltre che per la stoffa poetica, anche per alcune teatralità: un giorno, infatti, presentatosi davanti a sua madre con due secchi pieni di latte, le dice: “Adès a sèn a pera!” (Ora siamo pari, alludendo al fatto di essersi sdebitato del latte materno bevuto da neonato).

In “A dila s-ceta”, possiamo trovare i sei canti dell’Inferno dantesco tradotti in dialetto romagnolo da Talanti: meraviglioso, ad esempio, il quinto, quello che vede protagonisti Paolo e Francesca. Oltre a ciò, si apprezzano poesie serie, come quelle sul tema della morte – i cui frammenti trovate nel nostro libro – e liriche più scherzose, provocatorie, in linea con il personaggio Talanti.

Il poeta, morto nel 1946, riposa presso il cimitero di Sant’Alberto.

Ad maiora!