domenica 25 maggio 2025

Romagna, terra di briganti e di sogni infranti

di Fabio Pagani 

Qualche sera fa mi è capitato di assistere allo spettacolo teatrale La Ligaza di Trentasì, liberamente ispirato alle vicende di briganti che, a cavallo dell’800, hanno tormentato la Romagna. Malfattori, delinquenti che, per qualche bizzarro motivo, sono diventati il simbolo di una terra ribollente di ideali anarchici e ribelli (vedi Stefano Pelloni, detto Il Passator Cortese).

La Ligaza di Trentasì, magistralmente diretta dalla regista Giulia Torelli, mi ha fatto venire in mente un bel libro che ho letto alcune settimane fa e che ho avuto il piacere di presentare insieme al suo autore: si tratta de Il gradino di terra, scritto da Agide Vandini, e contenuto nella trilogia Romagna Ardente.

Copertina de "Il gradino di terra" 

Vandini vive a Filo di Alfonsine e da molti anni si dedica alle vicende del territorio e del mondo popolare; è curatore del blog L’irôla de’ Filés, nel quale pubblica racconti, ricerche e approfondimenti sulla Romagna e non solo. È nipote di Agida Cavalli, a cui deve il proprio nome, eroina della Resistenza di Filo trucidata dai fascisti 80 anni fa.

Il gradino di terra contiene le avventure di Sante e Michele, due fratellastri figli di scariolanti e contadini, che affrontano in maniera opposta un mondo dominato da ingiustizie e disparità sociali: il primo, abbraccia la vita agreste, mentre il secondo si dedica al brigantaggio e, fra realtà e fantasia, può identificarsi con il “Falcone”, uno dei banditi più celebri del tempo. La storia è incardinata in una cornica storica, che prende corpo dalla descrizione della situazione del Po di Primaro a fine ‘700, la cui rottura a seguito dell’alluvione del 1756 maturò la realizzazione di imponenti drizzagni, documentati nel libro da mappe e riferimenti grafici che arricchiscono la narrazione. Nel romanzo, grande rilievo viene dato al sacco di Lugo del 1796: “Oltre all’epopea degli scariolanti vissuta dai protagonisti, l’evento più importante negli anni a cavallo del secolo (1780-1821) è senza dubbio la calata dei francesi in Romagna con le tragiche conseguenze che travolgono la città di Lugo”, sottolinea Vandini. Le truppe napoleoniche, infatti, fra il 23 giugno e il 6 luglio del 1796, nonostante la fiera opposizione della popolazione lughese riuscirono ad avere la meglio, saccheggiando e depredando tutto, compreso il busto di Sant’Illaro, che venne portato via.

 L'autore, Agide Vandini

Fra rigore storico e invenzione narrativa, Vandini ha dato vita ad un’opera accattivante e densa di avvenimenti e colpi di scena: “Reale e documentato – specifica l’autore – è il riassetto delle acque romagnole descritto nel prologo, così come il già citato sacco di Lugo, di cui ho cercato di riportare un sunto fedele; quanto ai personaggi, ho preferito in alcuni casi distorcerne il cognome, date le non sempre edificanti attribuzioni romanzesche”.

 

 

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