venerdì 19 settembre 2025

Ravenna vs Perugia 3-2

 di Fabio pagani

“Thank God it’s Friday!”, così recita il titolo di un film del 1978 con l’indimenticabile Donna Summer. E anche noi, finalmente, possiamo dirlo: l’attesa – febbrile – è finita e il Benelli si presenta con un colpo d’occhio scintillante. Ravenna – Perugia è la partita del tutto esaurito nei settori di casa con 4322 posti occupati fra biglietti e abbonamenti; non male la presenza dei tifosi umbri, 230 in tutto. Se le cose continueranno così, occorrerà valutare la più rapida e sicura riapertura del settore dei distinti.

La partita. 5’ e Perugia subito in gol: azione sulla destra di Matos, pennellata sul secondo palo che trova la testa di Kanoute. Doccia fredda per i giallorossi, chiamati subito alla rimonta. Primo quarto d’ora di Ravenna che fatica a tenere bene le posizioni in campo e soffre il tridente offensivo umbro, in particolare le giocate dell’autore del gol, Kanoute. Al 20’, Perugia vicinissimo al raddoppio: corner del solito Kanoute, incornata a centro area di Ogunseye e palo clamoroso con la sfera che torna in campo e viene ribadita in rete da Megelaitis, ma l’arbitro fischia un fallo in attacco e il pericolo per i bizantini sfuma. 27’, ci prova Lonardi in mischia, ma il suo destro è rimpallato sul nascere dalla difesa ospite. Alla mezz’ora, Di Marco saluta la compagnia e cede il posto a Zagre: Marchionni cambia modulo, passando al 4-3-1-2 con Rrapaj mezz’ala e Da Pozzo che arretra sulla linea dei difensori con Donati spostato a fare il terzino sinistro. Giallorossi, ora, più convincenti: 32’, corner di Spini, testa di Esposito e parabola sporcata in angolo. Al 39’, Tenkorang cerca di lavorare un pallone a centro area, il contrasto col difensore favorisce l’accorrente Zagre che, da ghiotta posizione, spara in curva. Al 41’, dormita colossale della difesa bizantina sul lancio a campanile dalla trequarti di Giunti: si avventa sul pallone Matos, che entra in area, solo soletto, e batte Anacoura. Si fa sera in un bosco per il Ravenna. Ma i leoni non si domano facilmente e al 43’ un’invenzione di Spini da fuori fa esplodere il Benelli: bravo Lonardi a giocare in verticale sul n. 19 giallorosso che controlla e si gira verso la porta, scagliando un sinistro sul primo palo. E’ 1 a 2 ad un soffio dall’intervallo.

Ripresa che deve mostrare un Ravenna arrembante e desideroso di rimonta. Al 3’, monumentale occasione sciupata da Zagre che, lanciato a rete da un bel servizio di Motti, a tu per tu col portiere spara in curva. Al 6’, mischia da far west in area umbra, ma né Zagre né Tenkorang né Motti riescono a buttarla dentro nel polverone generale. 13’, centro di Rrapaj per Tenkorang, botta a colpo sicuro, ma Gemello respinge in corner; sugli sviluppi di quest’ultimo, zuccata di Esposito, di poco alta. Al 15’, tutto lo stadio esulta all’euro-gol di Donati, che dal limite lascia partire un tiro a giro sotto l’incrocio dei pali. E’ 2 a 2. Due minuti dopo, il delirio: Donati per Zagre, inserimento e tiro, respinta in tuffo di Gemello sui piedi di Tenkorang, che timbra il 3 a 2 ed il suo sesto gol in campionato.

Il Ravenna rimonta e va in Paradiso. 27’, sul tiro sporco di Rrapaj, Tenkorang si inventa un colpo di tacco sventato in extremis dal portiere del grifone. Alla mezz’ora ci prova Motti dopo una bella percussione di Spini, ma conclude alto. Al 33’, Marchionni cambia e si copre un po’, inserendo Scaringi per Motti, oltre a Bianconi e Rossetti per Esposito e Rrapaj. Un minuto dopo, miracolo di Anacoura, che si allunga sulla destra e respinge il bolide dalla distanza di Tumbarello. Al 38’ ci prova Giraudo, senza pretese. Al 90’, esordio in maglia giallorossa per Okaka, che rileva Spini. L’ex bomber della Roma e della Nazionale va subito vicino al gol dopo uno scambio con Da Pozzo: il tiro del n. 7 giallorosso è ben respinto in corner da Gemello. Dopo 5 minuti di recupero, possiamo esultare in modo liberatorio: un secondo tempo dominante porta i tre punti al Ravenna, ora in testa a braccetto con l’Arezzo, caduto in casa contro il Guidonia.

Il tabellino

Ravenna vs Perugia 3-2 (5’pt. Kanoute, 41’pt. Matos, 43’pt. Spini, 15’st. Donati, 17’st. Tenkorang)

RAVENNA: 1Anacoura, 2Donati, 21Esposito (33’st. 44Bianconi), 5Solini, 77Da Pozzo, 16Tenkorang, 17Lonardi, 6Di Marco (30’pt. Zagre), 11Rrapaj © (33’st. 8Rossetti), 19Spini (44’st. 7Okaka), 9Motti (33’st. 47Scaringi). A disp.: 12Stagni, 24Borra, 3Falbo, 4Mandorlini, 18Luciani, 20Calandrini, 30Ilari, 73Sermenghi, 76Zakaria, 84Menegazzo. All. M. Marchionni.

PERUGIA: 1Gemello, 4Joselito (28’st. 21Broh), 6Giunti, 7Kanoute (8’st. 11Bacchin), 10Matos, 15Dell’Orco ©, 20Tumbarello, 26Calapai, 29Ogunseye (8’st. Montevago), 32Megelatis, 98Giraudo. A disp.: 12Moro, 3Yabre, 5Angella, 99Terrnava, 24Torrasi, 99Nwanege. All. V. Cangelosi. 

Ufficiali di gara: sig. Angelillo, sig. Ferraro (1^ assistente), sig. La Regina (2^ assistente), sig. Guitaldi (quarto ufficiale), sig. Merciari (FVS).

Ammoniti: Esposito (26’pt.), Matos (35’pt.), Megelaitis (47’pt.), Solini (2’st.), Motti (21’st.), Rossetti (40’st.).

Calci d’angolo: 8 a 5.

Recupero: 3 min. e 5 min.

Note: serata mite e limpida. Spettatori totali 4552, di cui 2735 abbonati e 1817 paganti). In tribuna c’è Francesco Baldini, allenatore ex Spal: Cangelosi a rischio?

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mercoledì 17 settembre 2025

L'Avversario che è dentro ognuno di noi

di Fabio Pagani

Cogliamo l’occasione dei 25 anni dalla prima uscita di uno dei romanzi più riusciti dello scrittore francese Emmanuel Carrère, L’Avversario. Una lettura coinvolgente e sempre viva, che fa riflettere. Ognuno di noi può nascondere lati sconosciuti a chi ci vede in un determinato modo; spesso, però, ce ne rendiamo conto, pensando invece di essere talmente reali nell’identità che ci siamo costruiti da recitarne perfettamente la parte.

L’Avversario di Emmanuel Carrère è basato su un fatto vero e tratta la vicenda di Jean Claude Romand, che il 9 gennaio 1993 ha ucciso la moglie Florence, i due figli Antoine e Caroline e i genitori. Romand è un medico specializzato nel campo della ricerca, apprezzato sia dai colleghi che dalle più importanti personalità della politica. Frequenta l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) di Ginevra ed è stimato da tutti. Almeno così lui dice.

Quando quella mattina di gennaio la casa dei Romand sta andando a fuoco, Luc Ladmiral, amico di vecchia data di Jean Claude, è chiamato sul posto e vede la straziante scena dei pompieri che stanno portando via i corpi dei familiari di Romand; ben presto, però, la polizia capisce che si tratta di omicidio e non di tragico incidente. I sospetti iniziano a cadere su Jean Claude: gli agenti telefonano all’OMS, dove Romand lavora, ma nessuno lo conosce. Nessuno sa chi sia il dr. Romand e se abbia uno studio in cui esercitare; il suo nome non figura in alcun ospedale parigino nel quale egli sostiene di avere svolto il tirocinio, né all’università di Lione, dove si sarebbe laureato.

Insomma, per farla breve, Romand ha una doppia vita: racconta a moglie e figli una falsa verità, mentre trascorre intere giornate nei parcheggi ad attendere che si faccia sera per tornare a casa; inventa impegni, convegni, frequentazioni. Quando il peso dei fallimenti mai dichiarati diventa insostenibile, ecco il folle gesto.

Carrère si fa sedurre da questa storia di cronaca nera e decide di inviare una lettera a Romand qualche mese dopo la mattanza: “Desidero farle capire che a spingermi verso di lei non è una curiosità malsana o il gusto del sensazionale. Ai miei occhi ciò che lei ha fatto non è il gesto di un comune criminale, né di un pazzo, ma di un uomo spinto agli estremi da forze che non controlla, e vorrei mostrare all’opera proprio queste terribili forze”. Da questo primo contatto ne sono seguiti altri che hanno consentito allo scrittore di costruire il suo romanzo-verità.

Emmanuel Carrère

Jean Claude Romand, un uomo dominato dai propri demoni, incapace di confessare alla moglie le menzogne di una vita mai impostata. “Il lato sociale era falso, ma quello affettivo era autentico”, dice al processo che lo condannerà al carcere a vita con 22 anni di isolamento.

L’Avversario è il male, la vergogna, la pulsione irrefrenabile che spinge il protagonista della storia a tradire in primis se stesso e poi i suoi affetti, alimentando un’enorme bugia ogni giorno sempre più ingombrante. L’ombra e l’oscurità, simboli dell’angelo ribelle a Dio, sono i lati oscuri della psiche che, nel caso di Romand, prorompono in tutta la loro violenza.

L’Avversario, di Emmanuel Carrère, Adelphi Edizioni, Milano.

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