giovedì 23 luglio 2015

Curiosità dal mondo classico...

Cari amici,
da oggi, ogni giovedì, pubblicherò articoli, riflessioni e idee. Tema, ovviamente, libero!
Buon viaggio!



ANTICHI, MA… MODERNI
FILOSTRATO, “MISTER” DEL 200 d.C.

Polimestore, Glauco, Amesìna… Bei nomi, prima di tutto, ma anche eccellenti atleti.
Secondo gli antichi, che concepivano l’allenamento ginnico come aspetto fondamentale per un vivere sano, l’esercizio fisico doveva essere quotidiano e prevedeva una “tabella” così composta: sollevamento dei pesi, gare di velocità con cavalli e lepri, raddrizzamento di sbarre di ferro battuto, mentre nel corso di altre sedute questi atleti del tempo che fu si dilettavano a farsi trainare da potenti tori da giogo e a domare addirittura leoni prendendoli per il collo. A raccontare tali aneddoti è Filostrato di Lemno, un sofista vissuto nel terzo secolo dopo Cristo; questo personaggio ha scritto un libretto, “IL MANUALE DELL’ALLENATORE”, nel quale sono elencate tutte le notizie sopra menzionate che fanno di questo vademecum il primo testo conosciuto dedicato a chi volesse imparare l’arte di allenare. I giovani atleti potevano scegliere fra gli esercizi “leggeri” (lo “stadio”, la corsa veloce più vicina ai nostri 100 metri piani; il dolico, il nostro mezzofondo; l’oplìtica, una corsa paragonabile ai nostri 800 metri da effettuarsi con elmo, scudo, schinieri e a piedi nudi; il diaulo, qualcosa di simile ai nostri 400 metri) e quelli “pesanti”: lotta, pugilato e pancrazio, quest’ultimo progenitore del wrestling, con la sola differenza che se le davano davvero! Che il secondo nome di Filostrato fosse Arrigo? Nessuno potrà svelare l’arcano, anche se è certo che fra l’uomo di Fusignano e quello di Lemno qualche punto di contatto c’è. Secondo Filostrato, l’allenatore ideale deve innanzitutto capire di fisionomica: visti gli occhi capito l’uomo. E se gli occhi non bastano, bisogna sapere da che famiglia proviene il futuro atleta perché, se i genitori si sono sposati giovani, i figli saranno forti e immuni da malattie che colpiscono il sistema nervoso. Se invece i coniugi si sono uniti in età avanzata, i figli avranno pelle sottile e tessuti muscolari debolissimi. L’allenatore princeps dovrà poi essere bravo a riconoscere chi si presenta dopo una seduta di sesso: i reprobi saranno corti di respiro e appassiti di fronte allo sforzo. C’è un errore che il C.T. ideale di Filostrato non deve mai commettere: allenare un ragazzo come fosse un adulto; alcuni gli ordinano di appesantire il ventre, poi, durante l’allenamento, lo mandano a passeggio e lo fanno ruttare cavernosamente. Pratica dallo scopo incerto e forse dimenticata ai giorni nostri ma, certamente, non rimpianta. Indubbiamente i consigli e le tecniche che Filostrato illustra nel libro, sono abbastanza lontani dalla concezione moderna dell’allenamento, un’idea che si basa su studi scientifici (basti pensare al “Milan Lab”, cervellotica invenzione degli esperti ricercatori rossoneri per tenere sotto controllo le prestazioni dei calciatori) e rigorosi. Tuttavia, è bello poter dire che già nel 200 d.C. esistesse la convinzione che solo attraverso un esercizio costante e serio si potessero ottenere grandi risultati; è proprio in questa teoria che una linea di continuità fra Filostrato e gli allenatori di oggi è ben presente, tanto che in tutti gli sport - e soprattutto nel calcio - la perfetta condizione fisica è elemento essenziale per ottenere grandi successi, perché non sempre vince il migliore, ma chi ha più tenuta e determinazione. In questo, Filostrato ha fatto scuola.

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