riprendiamo il filone della letteratura latina e procediamo, in modo libero, all'analisi dei suoi più importanti esponenti. Oggi è la volta di Plinio il Vecchio... In pillole!
Plinio il Vecchio
Nato a Verona nel 23 o 24 d. C.,
concilia nella misura più nobile le caratteristiche dell'uomo di studio e di
azione, disponendone a piacimento in ogni momento della vita con disinvolto
distacco. Dopo un periodo "militare" in Germania si dedica
completamente allo studio, Nutre grande fiducia nella scienza, ma non nella
natura che considera matrigna dell'uomo al quale ha insegnato solamente il
pianto. La sua morte sembra quasi una vendetta della natura quando, durante
l'eruzione del Vesuvio del 79, egli si reca a Stabia dalla vicina Miseno per
soccorrere proprio i suoi simili e studiare da vicino lo straordinario
fenomeno.
La sua fama è affidata alla
Naturalis Historia, una sorta di grande enciclopedia che raccoglie tutto lo
scibile contemporaneo che ha per noi un altissimo valore documentario, anche
se, a volte, disorganica, frettolosa, superficiale ed imprecisa.
Limiti che
meritano di essere perdonati soprattutto per le intenzioni umanistiche
dell'autore che pone l'uomo al centro dell'universo: l'uomo, con l'ansia del
divino, con la scienza affrancatrice dall'ignoranza, con le sue debolezze
umane, con i suoi sentimenti di solidarietà universale.
Ad maiora!