Puntata n. 1
Carissimi,
rispolvero il motto del
periodico bolognese di Stecchetti, “Il Matto”: “Il giornale uscirà quando crede: non più di una volta al giorno, non
meno di una volta all’anno”. Perché, vi chiederete? Senza dubbio, uno dei
motivi è che, pubblicando oggi questo testo, ho ragionevole certezza di non
essere costretto ad uscire ancora nel 2021.
Bando alle ciance, o quasi, vi
voglio raccontare la storia di un aggettivo della lingua romagnola, assai noto
alle generazioni più mature, ma pressoché sconosciuto a quelle più verdi: “spagogn”.
Mi ritrovo molto in questo
termine, forse perché, come dicevano i Latini, “nomen – omen”?
Comunque sia, “spagogn” significa “ritroso”, “indocile”
ed è proprio di un carattere introverso, scontroso, spigoloso, poco socievole,
infastidito dal contatto umano cercato a tutti i costi. La sua probabile
etimologia deriverebbe dal latino” pagan(ic)us”,
abitante del “pagus” (villaggio),
perciò rustico e selvaggio. Un’altra possibile origine sarebbe “expacare” (spaventare), dove il suffisso
–ogn ha valore attenuativo: un po’
spaventato, un po’ scontroso, quindi, come è nello stile del carattere dello “spagogn”.
Con questo, cari lettori, vi
saluto, augurando a tutti noi un 2022 tranquillo.
Ad maiora!