L’altra sera, una delle tante inumidite dalla cappa di afa estiva, faticando a prendere sonno, ho pensato a quali metodi avrei potuto utilizzare per addormentarmi: musica rilassante, valeriana, conteggio numerico delle pecore, ecc. Rigirandomi nel letto come un calzino, mi è venuto in mente Orazio. Cosa strana, qualcuno dirà… In effetti non mi ritengo molto normale, soprattutto in questo periodo. Ma perché proprio il poeta latino? Molti sanno che il celebre motto del carpe diem è suo, ma in pochi ne conoscono il vero significato. A me ha fatto prendere sonno. Come, vi chiederete? Semplicemente parlando, “cogli l’attimo” vuol dire essere consapevoli del fluire inesorabile del tempo, del fatto che non ci si bagna due volte nella stessa acqua, che i momenti vissuti sono unici ed irripetibili. Spesso e volentieri, purtroppo, ci affanniamo a rincorrere il futuro, predisponendo piani di azione che non realizzeremo mai. Oppure - atto ancor più autolesionistico – guardiamo indietro con rimpianto, fatichiamo a staccarci da un passato ormai terminato, costruiamo dei vincoli e li camuffiamo da senso di appartenenza. Pensiamo, quindi, che A escluda B e non, come sarebbe opportuno fare, che A conviva con B. Tanti grovigli, molte volte morbosi, si traducono in ansia e stress, ossidando il nostro cervello e, in alcuni casi, generando problemi psicosomatici.
Credo che i classici possano darci una risposta vincente, terapeutica, piano piano, passo dopo passo; se fossimo capaci di pensare all’immanente, a quel che c’è, a conferire un peso giusto, quindi modesto, agli affanni quotidiani, probabilmente avremmo gli strumenti per attaccare con più forza d’animo i veri problemi della vita, quelli che, seriamente, non fanno dormire la notte. Spesso, poi, i disturbi ansiogeni ci mostrano la realtà sempre in veste negativa, rendono le piccole collinette valichi insuperabili, distruggono opportunità di cui, forse, potremo avere rimpianti.
Non so se Orazio sia la risposta giusta ai mali contemporanei: per me può esserlo. In generale, comunque, la condivisione delle proprie paturnie con qualcosa che possa offrirci una visione diversa della vita è un’azione positiva: un buon libro, una poesia che tocchi le corde giuste, una frase, un aforisma.
Il pensiero dei grandi ci salva, ci rigenera, ci libera.
Ad maiora!