Cari amici lettori,
ci ritroviamo a celebrare una
Pasqua sui generis, piuttosto “peculiare”
e, ne siamo certi, irripetibile. Ciò, tuttavia, non toglie il piacere di fare
una buona prima colazione, di lavarsi per bene e di vestirsi decentemente,
abbandonando tute e ciabatte, almeno per un giorno. Allo scoccare del
mezzogiorno, attorno al desco, ci riuniremo, oppure saremo soli, per mangiare.
Che cosa, direte? I piatti della tradizione, che nella terra di Romagna si
declinano in lasagne al forno, forse privilegiate rispetto ai cappelletti in
brodo, più natalizi (ma non esecrabili oggi, ovviamente!). Poi, agnello, oppure
carne arrosto con patate, infine il dolce: creme caramel, tiramisù, varie.
Chi scrive non è particolarmente
amante delle feste comandate, anzi: preferisce i giorni feriali, quelli che gli
antichi Romani avrebbero definito “fasti”, in cui era lecito - fas, appunto - dedicarsi ad attività sia
pubbliche che private. Ma, da buon italiano, soprattutto romagnolo, non può
dimenticare le tradizioni, vale a dire ciò che si consegna - dannato latino,
vero? Tràdere, infatti, significa “trasmettere”
-.
E allora, dopo aver pensato e
ripensato, ecco l’idea: chi, meglio di Stecchetti, potrebbe suggerirci un vero
spunto creativo, ma sempre nel solco delle nostre radici? Molti conoscono la
penna irriverente e sapida di Olindo Guerrini, alias Lorenzo Stecchetti, Mercutio, Argia Sbolenfi e tanti altri cognomina, ma alcuni la ignorano
(peccato mortale).
È, egli, romagnolo di Sant’Alberto, ma bolognese d’adozione,
l’autore dei Sonetti romagnoli, ancora oggi ripubblicati da Zanichelli, delle
magnifiche parodie dantesche, dei ritratti della Ravenna e dell’anticlericalismo
più spinto che, ormai, non esistono più, se non nel cuore degli inguaribili
amanti della poesia. Stecchetti, inoltre, scrive versi in lingua molto
profondi, traduce i più grandi lirici antichi e moderni, è capace di toccare
vette altissime.
Allora, in ossequio alla Pasqua più
laica e meno sacra, proponiamo la ricetta delle tagliatelle, utile a chi volesse
prepararle magari oggi, domani, o dopodomani, sempre! Firmato, ovviamente,
Olindo Guerrini.
L'ELOGIO DELLA TAGLIATELLA
Fate una pasta d’uova e di farina
E riducete rimenando il tutto
In una sfoglia, ma non troppo fina,
Uguale, soda, e sul taglier pulito,
fatene tagliatelle larghe un dito,
Che farete bollire allegramente
In molt'acqua salata, avendo cura
Che come si suol dir, restino al dente,
poiché se passa il punto di cottura,
Diventan pappa molle, porcheria,
Insomma roba da buttar via.
Mettete alcune fette di prosciutto
Tagliato a dadi, misto magro e grasso,
Indi col burro rosolate il tutto,
Scolate la minestra e poi conditela
Con questo istinto e forma, indi servitela.
Questa minestra, che onora Bologna
Detta la grassa non inutilmente,
Carezza l'uomo dove gli bisogna,
Dà molta forza ai muscoli e alla mente,
Fà prender tutto con filosofia.
Piace, nutre, consola e così via.
E riducete rimenando il tutto
In una sfoglia, ma non troppo fina,
Uguale, soda, e sul taglier pulito,
fatene tagliatelle larghe un dito,
Che farete bollire allegramente
In molt'acqua salata, avendo cura
Che come si suol dir, restino al dente,
poiché se passa il punto di cottura,
Diventan pappa molle, porcheria,
Insomma roba da buttar via.
Mettete alcune fette di prosciutto
Tagliato a dadi, misto magro e grasso,
Indi col burro rosolate il tutto,
Scolate la minestra e poi conditela
Con questo istinto e forma, indi servitela.
Questa minestra, che onora Bologna
Detta la grassa non inutilmente,
Carezza l'uomo dove gli bisogna,
Dà molta forza ai muscoli e alla mente,
Fà prender tutto con filosofia.
Piace, nutre, consola e così via.
Buona Pasqua a tutti e… Ad maiora!