I problemi della vita, della
nostra corsa verso una luce che, probabilmente, non splenderà mai pienamente. I
ricordi, la difficile combinazione da azzeccare alla roulette, quell’attimo che
divide una speranza da una delusione.
In questi giorni tutti un po’
uguali a se stessi, mi è venuto in mente il “Califfo”, Franco Califano, e la
canzone, poi cantata dai “Tiromancino”, dal titolo “Un tempo piccolo”.
Un uomo che, in un momento,
diventa grande; abbandona le illusioni di bambino, fa i conti con la realtà.
“Provai a sbagliare per sentirmi
errore” è un verso del testo, quello in cui ognuno di noi può riflettersi.
Cambiare direzione, sapendo di sbagliare, ma è essenzialmente così. Rischiare,
giocare forte, rinascere, forse, ma non per forza. Non avere regole, tracciare
su una tela parabole incerte, ma proprie, vere. La vita è fatta di ritmi
sincopati, di momenti diluiti nel vino, di sogni folli.
Alla fine, quindi, cosa rimane?
Rimangono i ricordi, i “se”, quel tempo piccolo che non basta per dimenticare
una vita intera.
“Spostai lo sguardo
per mirare altrove
cercando un modo per
dimenticare”
è il pensiero che è una strada da
percorrere continuamente, tornando sempre al punto di partenza, abituandosi a
guardare la vita con indifferenza. Solo allora capiremo di essere guariti, di
essere rinati, senza dimenticare, però, di convivere con le nostre mancanze.
Questa canzone mi infonde
coraggio, anche se il messaggio non è proprio ottimistico. Realtà, coscienza di
sé e certezza di essere qui senza covare inutili illusioni.
Buon ascolto.
Ad maiora!