Il ferragosto, si sa, è visto da molti come il capodanno
dell’estate, portatore di feste, gite fuori porta e scippi legalizzati in
ristoranti e bagni al mare. Ci sembra interessante, invece, fare un tuffo nel
passato, nella storia, per capire da quando il 15 agosto abbia valore di giorno
festivo. Non potremo fare a meno, poi, di slalomeggiare tra i mesi che
compongono il nostro calendario e di salutarvi con un paio di chicche
cinematografiche a tema.
Tutti sappiamo chi fosse Romolo, secondo la leggenda il fondatore
di Roma; parrebbe sua l’invenzione del calendario, nome che deriva dalle Calendae, ovvero i primi giorni del
mese. Agosto non si è sempre chiamato così: in origine era Sextilis, il sesto. Ma il sesto di cosa? Forse i Romani intendono
dirci che si tratta di quello che oggi noi chiamiamo Giugno? Qui c’è la
sorpresa: Roma aveva istituito un calendario di dieci mesi, che partiva da
Marzo ed arrivava a Dicembre. Il Sextilis,
quindi, era la sesta tappa di questo tour reale, ma anche simbolico in quanto
ogni nome si collegava a precise divinità, festività e superstizioni. E’ Gaio
Ottavio, che dal 43 a.C. si chiamerà Ottaviano e dal 27 a.C. Ottaviano Augusto,
primo Imperatore di Roma, a stabilire che il sesto mese sarebbe diventato Augustus. Il 15, ovvero le Idi (circa
metà mese, appunto) sarebbero state dette Feriae
Augusti, vale a dire il giorno di riposo del Princeps che includeva anche moltissime
celebrazioni religiose. Prima dell’avvento del figlio adottivo di Cesare,
invece, il nostro ferragosto era il momento in
cui si celebravano i Vinalia
Rustica, i raccolti e la conclusione dei principali lavori agricoli. Con
l’avvento del Cristianesimo e della Chiesa cattolica la festa laica viene fatta
coincidere con l’Assunzione della Beata Vergine Maria (a partire dal XVI
secolo), mentre pare che l’abitudine italiana delle gite fuori porta, di cui si
diceva all’inizio, sia nata durante il Ventennio grazie all’istituzione di
treni ferragostani, a prezzo ridotto, per incentivare viaggi e, di conseguenza,
consumi.
Ma torniamo al nostro calendario: i 10 mesi originari
diventano 12 con Numa Pompilio, il secondo Re di Roma, mentre è Giulio Cesare
ad istituire l’anno di 365 giorni e 6 ore. I 360 minuti in eccedenza
costituivano ogni quattro anni un giorno in più, che veniva aggiunto non al 28
febbraio, come ora, ma al 24, il Dies
Sextus prima delle calende di marzo. Di conseguenza il giorno successivo al
24 febbraio, aggiunto ogni quattro anni, prese il nome di Dies Bis Sextus, da cui derivò, e resta oggi, il nostro Bisextilis (bisestile).
E’ papa Gregorio XIII, nel 1582, a consegnare al mondo il
calendario come lo conosciamo noi oggi.
E gli altri mesi? Vediamo di svelare qualche curiostà in
rapida sequenza.
Gennaio (da Ianus,
Giano, ovvero il custode della città).
Febbraio (Februa-orum,
cerimonie di purificazione).
Marzo (Mars, il
dio Marte, signore assoluto della guerra).
Aprile (da Aprilis/Aperire,
in riferimento all’apertura, allo sbocciare della primavera).
Maggio (Maius, da
Maia, dea della fecondità).
Giugno (Iuno, Giunone,
patrona del mondo femminile e custode del matrimonio).
Luglio (Iulius,
in onore di Giulio Cesare; in origine era Quintilis,
il quinto mese a partire da marzo).
Agosto (se siete stati attenti... lo sapete già!).
Settembre, Ottobre, Novembre e Dicembre (rispettivamente il
settimo, l’ottavo, il nono ed il decimo mese a partire da marzo).
Vi salutiamo con un regalo, gradito (si spera) a chi resterà
a casa, protetto dai propri Lari e Penati, ma anche a chi deciderà di
partire...
Ad maiora!
Enzo alla caccia di un amico con cui andare in Polonia a ferragosto (Un sacco bello, 1980)
Ferragosto con Gassman (Il sorpasso, 1962)
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