giovedì 6 agosto 2015

CARLO V E L’IMPERO SU CUI NON TRAMONTAVA MAI IL SOLE



E’ già nel titolo la frase che meglio riassume la grandezza e, in un certo senso, l’utopia di Carlo d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero. Questo principe di origini austro-ispaniche – il padre, Filippo il “Bello”, era asburgico, mentre la madre, Giovanna la “Pazza”, era spagnola – tentò di ricondurre l’Europa sotto la bandiera del cattolicesimo universale, in un’epoca in cui le riforme protestanti, la luterana su tutte, stavano cambiando l’assetto politico e religioso del vecchio continente.
Carlo V, re ed imperatore, rimpinguò i suoi domini estendendo all’Italia tutta la propria influenza, mettendo addirittura sotto scacco il papa, Clemente VII, con il celeberrimo “sacco di Roma”, nel 1527; il Pontefice, infatti, prese parte alla lega di Cognac, un’alleanza in chiave anti-imperiale per contrastare Carlo V e le sue brame di conquista. Il gesto, però, costò caro al primo vescovo di Roma: i lanzichenecchi, soldati mercenari tedeschi, misero “ferro ignique”, a ferro e fuoco, la città eterna.
L’apogeo della storia di Carlo  vi fu il 27 febbraio del 1530, quando uno sfarzoso corteo accompagnò il Papa e l’Imperatore fino in San Petronio, a Bologna, dove Clemente VII incoronò Carlo V imperatore del Sacro Romano Impero. Da qui in avanti il sogno di un’Europa cattolica e cattolicizzata andò velocemente spegnendosi, nonostante il servilismo papale e la grande forza militare dell’esercito imperiale: i soldati asburgici, infatti, furono fra i primi in Europa ad utilizzare l’archibugio. Nel 1555 Carlo V fu costretto ad accettare la realtà dei fatti, stabilendo accordi con i principi protestanti tedeschi, sostenuti da interessi politici, oltre che religiosi; il motto “cuius regio, eius religio” stabilì che ogni territorio dovesse professare la fede del principe che lo governava. L’anno seguente Carlo abdicò.
Per evidenziare ancora di più la grandezza di Carlo V siamo andati a pescare la curiosa ed affascinante incisione di Hogenberg custodita all’interno del Palazzo Ducale di Urbania.
Questo pittore tedesco, celebre nel ‘500 per le sue stampe belliche, ha prodotto una acquaforte di 11,80 metri di lunghezza che raffigura lo straordinario spettacolo delle celebrazioni legate all’incoronazione imperiale di Carlo V. L’opera, realizzata nel 1530 (l’anno esatto della cerimonia di Bologna e tre anni dopo l’invasione lanzichenecca di Roma) sembra non solo sottolineare il trionfo della casata asburgica in Italia, ma anche e soprattutto la vittoria dell’Impero sul Papato. 





Straordinario, a nostro parere, è il dettaglio che inquadra, a misura dei migliori primi piani televisivi, l’incontro fra Clemente VII e l’Imperatore, attorniati da un corteo infinito di servitori, scudieri, ruffiani e semplici curiosi dell’epoca.



 
Carlo V ad Urbania è stata una bellissima sorpresa. Oltre alla Chiesa dei morti ed al Cimitero delle mummie… Ma questa è un’altra storia.

Ad maiora!

 

    

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