Oggi, cari
amici, affrontiamo un tema antico e moderno allo stesso tempo, soprattutto per
cercare di arginare l’esterofilia dilagante dei Kevin e delle Hilary. E, per
farlo, chiediamo aiuto ai nostri padri, i Romani.
Nell’antica
Roma, infatti, l’appartenenza ad un gruppo familiare è molto rilevante ed il fortissimo legame fra
l’individuo, la sua famiglia ristretta e la GENS, ovvero l’insieme dei parenti discesi da un unico capostipite,
è rispecchiato dal sistema onomastico, vale a dire dal modo in cui i Romani
chiamano se stessi. Come in tutte le società del passato, però, i maschi
prevalgono sulle femmine: i primi hanno minimo tre nomi (ma a volte anche
cinque o sei!), mentre le puellae (le
ragazze) soltanto uno, ovvero quello gentilizio del padre volto al femminile,
come Iulia da Iulius, oppure un diminutivo, vedi Lucilla da Lucius.
Ma torniamo
agli uomini e vediamo di quali parti si compone il nome di un antico Civis Romanus:
- Praenomen (Prenome): viene scelto tra una
ventina di nomi sempre uguali come Lucio, Publio, Marco, Tiberio, Caio (o
Gaio), etc. In famiglia, ad esempio, le persone venivano sempre chiamate con il
praenomen (ricordiamo Calpurnia,
ultima moglie di Caio Giulio Cesare, solita chiamare il marito Gaius).
-
Nomen (Nome): indica la GENS, ovvero la famiglia, alla quale il
personaggio appartiene. Fra le GENTES
più illustri e più antiche ricordiamo la Gens
Cornelia, la Gens Iulia, la Gens Claudia, etc.
-
Cognomen (Cognome o Soprannome): nasce, in
origine, come epiteto legato o a qualche impresa oppure, più spesso, a
caratteristiche personali. Molto noti sono gli esempi legati a Cicerone, il
celeberrimo oratore arpinate (Arpino è un comune in provincia di Frosinone) ed
all’Imperatore Caligola. Vediamoli insieme:
MARCUS TULLIUS CICERO (Trad.: Cicerone)
Prenome Nome Cognome/Soprannome
L’oratore latino aveva un leggero difetto fisico, vale a dire un cicer, una sorta di escrescenza a forma
di cece visibile sul viso. Da qui, quindi, il cognomen Cicerone.
GAIUS IULIUS (CAESAR GERMANICUS) CALIGULA
Prenome
Nome
Cognome/Soprannome
Imperatore dissennato, folle e, a modo suo, originale (ricordiamo,
infatti, che nominò senatore INCITATUS,
il suo cavallo!); era soprannominato appunto Caligula (Caligola) per l’abitudine, in gioventù, di indossare
sempre le caligae, ovvero i sandali
militari.
- Supernomina (Soprannomi particolari): vengono
attribuiti ad un singolo individuo e non sono ereditati dai suoi figli, ma
risultano per lo più legati al compimento di imprese eroiche. Citiamo l’esempio
di Publio Cornelio Scipione, il vincitore di Annibale a Zama (ricordate il post
di fine settembre sulla Seconda Guerra Punica?) e insignito del soprannome
onorifico di Africanus in quanto proprio in Africa aveva sconfitto il generale cartaginese.
All’epoca si dava molta importanza al nome, a volte coprendo
cognomi o soprannomi ridicoli, in altri casi cambiandoli per vantare antenati
illustri. Nel primo caso ricordiamo Catilina, l’uomo che voleva rovesciare la
Repubblica, il cui cognome significa “carne di cane”; oppure il dittatore
Silla, “pelle di porco”, per la sua carnagione rosata, o anche il grande poeta Quinto Orazio Flacco:
quest’ultimo termine significa dai “grandi orecchi”. Insomma, giunti al termine del nostro breve discorso sui nomi riusciamo forse a comprendere meglio perché, dietro ad ognuno di noi, sia celato qualcosa di magico e misterioso che rispecchia, in qualche modo, anche se sottile ed impercettibile, la nostra personalità.
Nomen – Omen, appunto.
Ad maiora!
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