mercoledì 4 novembre 2015

Ecco servito il tris di aperitivi!

Come consuetudine, pubblichiamo gli ultimi tre motti del mese di ottobre da bere, naturalmente, tutti in un sorso!



APERITIVO ETIMOLOGICO

Ipse dixit!

L’ha detto lui (motto dei discepoli di Pitagora)
Con questa frase gli allievi di Pitagora, celebre filosofo greco del VI secolo a.C., rinforzavano le loro affermazioni sulla base dell’autorità del maestro; come dire… “L’ha detto lui, quindi è vero!”. Già nel mondo antico, tuttavia, questa espressione la si ripeteva con ironia per sottolineare un atteggiamento di totale accettazione di un principio non vagliato né confutato. Essere creduloni, per dirla alla buona, conveniva, secondo il pensiero di molti. Oggi il motto pitagorico è usato anche per sottolineare l’assurdità di un’affermazione e per confermare che la si sta citando fedelmente. 






APERITIVO ETIMOLOGICO

Veni, vidi, vici.

Sono arrivato, ho visto, ho vinto (Svetonio, Vita di Cesare, 37,2)

Sono le parole con cui Cesare annunciò la vittoria su Farnace nel 47 a.C. o  affidandole ad un messaggero che le portasse a Roma, secondo il racconto di Plutarco, oppure scrivendole sulle insegne fatte sfilare durante il trionfo, secondo la versione di Svetonio. La frase ha goduto di enorme fortuna, dovuta anche al suo stile telegrafico ed all’effetto dell’allitterazione (ovvero della ripetizione, ricercata o spontanea, di lettere o più sillabe in una serie di due o più vocaboli) tra i tre verbi ed è ancora usata, ironicamente, per raccontare un successo molto più facile del previsto.






APERITIVO ETIMOLOGICO

 UBI MAIOR, MINOR CESSAT

Dove c’è il superiore, l’inferiore si ritira (Proverbio)
Nella forma latina, questo proverbio si riferisce a rapporti fra potenti, alludendo alla necessità di rispettare la scala gerarchica. La frase è rimasta nella lingua originale ed è ancora oggi molto diffusa a livello popolare, ma ha finito per riferirsi a fatti o doveri, indicando che quando si presenta una necessità più incalzante, quella meno importante passa in secondo piano. Spesso la si cita solo parzialmente, abbreviandola in “Ubi maior…”.



Ad maiora!



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