Oggi affrontiamo un aspetto della nostra cultura
contadina di un tempo, ma anche dei giorni nostri e lo facciamo attraverso le
parole, spesso pungenti e sicuramente genuinamente nostrane, di Olindo
Guerrini. Il poeta di Sant’Alberto racconta le sue uscite in bicicletta insieme
ai figli nella villa di Gaibana, dove amava trascorrere lunghi periodi di
riposo. La bicicletta rappresenta una specie di mito in Romagna; è un po’ come
la “caveja campanena”, il simbolo di questa nostra terra, piena di sentimenti e
passioni.
Di questo amore per la bicicletta da parte di Olindo Guerrini, noi
troviamo espressione in molte parti delle sue poesie, soprattutto in quella che
oggi appare la più schietta e genuina, i Sonetti Romagnoli. Come si sa,
i Sonetti sono una prole senza padre in quanto non sono nati entro uno schema
prefissato, predisposto dal poeta, ma sono battute che gli escono spontanee
dalla penna e che delineano in modo scherzoso e serio allo stesso tempo i
personaggi della Ravenna di fine ‘800. Di questa Ravenna ricordate tutti Tugnazz,
cacciatore bestemmiatore amante del vino, quel Tugnazz del famoso
sonetto “E prit dla Camarlona” in cui, credendo di sparare ad un
uccello, il nostro personaggio colpì il di dietro del prete che stava
accovacciato per fare i suoi bisogni. Un altro volto, più aristocratico, è
quello di Pulinera – Apollinare in romagnolo – più colto e conservatore,
mentre Tugnazz è progressista e partecipa attivamente e in modo intimo e
passionale alle lotte dei lavoratori. Tornando alla bicicletta, essa è presente
in molti sonetti che vanno sotto il nome de “E viaz”, dove il poeta
compie la sua descrizione del giro d’Italia in bicicletta; sono famosi molti
sonetti, per esempio “Modna” dove, arrivato in piazza del Duomo, il
poeta scrive “essendo un cantico di laude a Dio, gli uccelli esultano,
compreso il mio!”.
Il tema della
bicicletta compare anche in alcuni scritti in prosa, dove notiamo lo stile
brioso, elegante, mai pedante di Olindo Guerrini. Vi consigliamo di leggere
anche quest’opera, dalla quale emerge la figura di questo grande poeta,
ricordato più per i sonetti che per gli altri componimenti, ma uomo
profondamente erudito, letterato ed eccellente latinista. I Sonetti
romagnoli sono una delle opere più vendute dalla casa editrice Zanichelli e
questo dimostra l’attualità e la continua novità dell’anima di questa Romagna
che, nonostante i secoli, continua a pulsare con lo stesso entusiasmo e la
stessa passione.
Ad maiora!
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