venerdì 19 settembre 2025

Ravenna vs Perugia 3-2

 di Fabio pagani

“Thank God it’s Friday!”, così recita il titolo di un film del 1978 con l’indimenticabile Donna Summer. E anche noi, finalmente, possiamo dirlo: l’attesa – febbrile – è finita e il Benelli si presenta con un colpo d’occhio scintillante. Ravenna – Perugia è la partita del tutto esaurito nei settori di casa con 4322 posti occupati fra biglietti e abbonamenti; non male la presenza dei tifosi umbri, 230 in tutto. Se le cose continueranno così, occorrerà valutare la più rapida e sicura riapertura del settore dei distinti.

La partita. 5’ e Perugia subito in gol: azione sulla destra di Matos, pennellata sul secondo palo che trova la testa di Kanoute. Doccia fredda per i giallorossi, chiamati subito alla rimonta. Primo quarto d’ora di Ravenna che fatica a tenere bene le posizioni in campo e soffre il tridente offensivo umbro, in particolare le giocate dell’autore del gol, Kanoute. Al 20’, Perugia vicinissimo al raddoppio: corner del solito Kanoute, incornata a centro area di Ogunseye e palo clamoroso con la sfera che torna in campo e viene ribadita in rete da Megelaitis, ma l’arbitro fischia un fallo in attacco e il pericolo per i bizantini sfuma. 27’, ci prova Lonardi in mischia, ma il suo destro è rimpallato sul nascere dalla difesa ospite. Alla mezz’ora, Di Marco saluta la compagnia e cede il posto a Zagre: Marchionni cambia modulo, passando al 4-3-1-2 con Rrapaj mezz’ala e Da Pozzo che arretra sulla linea dei difensori con Donati spostato a fare il terzino sinistro. Giallorossi, ora, più convincenti: 32’, corner di Spini, testa di Esposito e parabola sporcata in angolo. Al 39’, Tenkorang cerca di lavorare un pallone a centro area, il contrasto col difensore favorisce l’accorrente Zagre che, da ghiotta posizione, spara in curva. Al 41’, dormita colossale della difesa bizantina sul lancio a campanile dalla trequarti di Giunti: si avventa sul pallone Matos, che entra in area, solo soletto, e batte Anacoura. Si fa sera in un bosco per il Ravenna. Ma i leoni non si domano facilmente e al 43’ un’invenzione di Spini da fuori fa esplodere il Benelli: bravo Lonardi a giocare in verticale sul n. 19 giallorosso che controlla e si gira verso la porta, scagliando un sinistro sul primo palo. E’ 1 a 2 ad un soffio dall’intervallo.

Ripresa che deve mostrare un Ravenna arrembante e desideroso di rimonta. Al 3’, monumentale occasione sciupata da Zagre che, lanciato a rete da un bel servizio di Motti, a tu per tu col portiere spara in curva. Al 6’, mischia da far west in area umbra, ma né Zagre né Tenkorang né Motti riescono a buttarla dentro nel polverone generale. 13’, centro di Rrapaj per Tenkorang, botta a colpo sicuro, ma Gemello respinge in corner; sugli sviluppi di quest’ultimo, zuccata di Esposito, di poco alta. Al 15’, tutto lo stadio esulta all’euro-gol di Donati, che dal limite lascia partire un tiro a giro sotto l’incrocio dei pali. E’ 2 a 2. Due minuti dopo, il delirio: Donati per Zagre, inserimento e tiro, respinta in tuffo di Gemello sui piedi di Tenkorang, che timbra il 3 a 2 ed il suo sesto gol in campionato.

Il Ravenna rimonta e va in Paradiso. 27’, sul tiro sporco di Rrapaj, Tenkorang si inventa un colpo di tacco sventato in extremis dal portiere del grifone. Alla mezz’ora ci prova Motti dopo una bella percussione di Spini, ma conclude alto. Al 33’, Marchionni cambia e si copre un po’, inserendo Scaringi per Motti, oltre a Bianconi e Rossetti per Esposito e Rrapaj. Un minuto dopo, miracolo di Anacoura, che si allunga sulla destra e respinge il bolide dalla distanza di Tumbarello. Al 38’ ci prova Giraudo, senza pretese. Al 90’, esordio in maglia giallorossa per Okaka, che rileva Spini. L’ex bomber della Roma e della Nazionale va subito vicino al gol dopo uno scambio con Da Pozzo: il tiro del n. 7 giallorosso è ben respinto in corner da Gemello. Dopo 5 minuti di recupero, possiamo esultare in modo liberatorio: un secondo tempo dominante porta i tre punti al Ravenna, ora in testa a braccetto con l’Arezzo, caduto in casa contro il Guidonia.

Il tabellino

Ravenna vs Perugia 3-2 (5’pt. Kanoute, 41’pt. Matos, 43’pt. Spini, 15’st. Donati, 17’st. Tenkorang)

RAVENNA: 1Anacoura, 2Donati, 21Esposito (33’st. 44Bianconi), 5Solini, 77Da Pozzo, 16Tenkorang, 17Lonardi, 6Di Marco (30’pt. Zagre), 11Rrapaj © (33’st. 8Rossetti), 19Spini (44’st. 7Okaka), 9Motti (33’st. 47Scaringi). A disp.: 12Stagni, 24Borra, 3Falbo, 4Mandorlini, 18Luciani, 20Calandrini, 30Ilari, 73Sermenghi, 76Zakaria, 84Menegazzo. All. M. Marchionni.

PERUGIA: 1Gemello, 4Joselito (28’st. 21Broh), 6Giunti, 7Kanoute (8’st. 11Bacchin), 10Matos, 15Dell’Orco ©, 20Tumbarello, 26Calapai, 29Ogunseye (8’st. Montevago), 32Megelatis, 98Giraudo. A disp.: 12Moro, 3Yabre, 5Angella, 99Terrnava, 24Torrasi, 99Nwanege. All. V. Cangelosi. 

Ufficiali di gara: sig. Angelillo, sig. Ferraro (1^ assistente), sig. La Regina (2^ assistente), sig. Guitaldi (quarto ufficiale), sig. Merciari (FVS).

Ammoniti: Esposito (26’pt.), Matos (35’pt.), Megelaitis (47’pt.), Solini (2’st.), Motti (21’st.), Rossetti (40’st.).

Calci d’angolo: 8 a 5.

Recupero: 3 min. e 5 min.

Note: serata mite e limpida. Spettatori totali 4552, di cui 2735 abbonati e 1817 paganti). In tribuna c’è Francesco Baldini, allenatore ex Spal: Cangelosi a rischio?

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mercoledì 17 settembre 2025

L'Avversario che è dentro ognuno di noi

di Fabio Pagani

Cogliamo l’occasione dei 25 anni dalla prima uscita di uno dei romanzi più riusciti dello scrittore francese Emmanuel Carrère, L’Avversario. Una lettura coinvolgente e sempre viva, che fa riflettere. Ognuno di noi può nascondere lati sconosciuti a chi ci vede in un determinato modo; spesso, però, ce ne rendiamo conto, pensando invece di essere talmente reali nell’identità che ci siamo costruiti da recitarne perfettamente la parte.

L’Avversario di Emmanuel Carrère è basato su un fatto vero e tratta la vicenda di Jean Claude Romand, che il 9 gennaio 1993 ha ucciso la moglie Florence, i due figli Antoine e Caroline e i genitori. Romand è un medico specializzato nel campo della ricerca, apprezzato sia dai colleghi che dalle più importanti personalità della politica. Frequenta l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) di Ginevra ed è stimato da tutti. Almeno così lui dice.

Quando quella mattina di gennaio la casa dei Romand sta andando a fuoco, Luc Ladmiral, amico di vecchia data di Jean Claude, è chiamato sul posto e vede la straziante scena dei pompieri che stanno portando via i corpi dei familiari di Romand; ben presto, però, la polizia capisce che si tratta di omicidio e non di tragico incidente. I sospetti iniziano a cadere su Jean Claude: gli agenti telefonano all’OMS, dove Romand lavora, ma nessuno lo conosce. Nessuno sa chi sia il dr. Romand e se abbia uno studio in cui esercitare; il suo nome non figura in alcun ospedale parigino nel quale egli sostiene di avere svolto il tirocinio, né all’università di Lione, dove si sarebbe laureato.

Insomma, per farla breve, Romand ha una doppia vita: racconta a moglie e figli una falsa verità, mentre trascorre intere giornate nei parcheggi ad attendere che si faccia sera per tornare a casa; inventa impegni, convegni, frequentazioni. Quando il peso dei fallimenti mai dichiarati diventa insostenibile, ecco il folle gesto.

Carrère si fa sedurre da questa storia di cronaca nera e decide di inviare una lettera a Romand qualche mese dopo la mattanza: “Desidero farle capire che a spingermi verso di lei non è una curiosità malsana o il gusto del sensazionale. Ai miei occhi ciò che lei ha fatto non è il gesto di un comune criminale, né di un pazzo, ma di un uomo spinto agli estremi da forze che non controlla, e vorrei mostrare all’opera proprio queste terribili forze”. Da questo primo contatto ne sono seguiti altri che hanno consentito allo scrittore di costruire il suo romanzo-verità.

Emmanuel Carrère

Jean Claude Romand, un uomo dominato dai propri demoni, incapace di confessare alla moglie le menzogne di una vita mai impostata. “Il lato sociale era falso, ma quello affettivo era autentico”, dice al processo che lo condannerà al carcere a vita con 22 anni di isolamento.

L’Avversario è il male, la vergogna, la pulsione irrefrenabile che spinge il protagonista della storia a tradire in primis se stesso e poi i suoi affetti, alimentando un’enorme bugia ogni giorno sempre più ingombrante. L’ombra e l’oscurità, simboli dell’angelo ribelle a Dio, sono i lati oscuri della psiche che, nel caso di Romand, prorompono in tutta la loro violenza.

L’Avversario, di Emmanuel Carrère, Adelphi Edizioni, Milano.

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sabato 13 settembre 2025

Guidonia vs Ravenna 1-2

Giallorossi a due volti: malino nel primo tempo, dominanti nel secondo. Ancora Tenkorang in gol!

di Fabio Pagani

Qualche novità di formazione nel Ravenna: fuori Corsinelli (indisponibile) e Rrapaj (in panchina) e dentro Donati ed il neo acquisto Falbo. Confermato il duo d’attacco Spini-Motti, prima convocazione in distinta per Luciani.

La partita. Al 7’, Donati si rende pericoloso con un velenoso destro dalla distanza ben respinto in corner da Stellato. Tre minuti più tardi, scucchiaiata di Solini dal limite dell’area per Spini che, da pochi passi, riesce solo a sfiorare il pallone senza inquadrare la porta. Al 23’, Guidonia in gol: Zappella dal fondo mette in mezzo un cross morbido che Anacoura smanaccia male sui piedi di Bernardotto, il cui servizio di prima premia Tascone, chirurgico nell'infilare la palla all'angolino sinistro. Prima mezz’ora di gioco non buona dei giallorossi, prevedibili e in difficoltà difensiva, mentre i laziali paiono molto più tonici e concentrati. Al 39’, insidioso calcio d’angolo a rientrare di Santoro, ma né Malomo né Mulè ci arrivano. Finisce il primo tempo: il Ravenna deve fare di più.

Ripresa con un cambio nei giallorossi: dentro Da Pozzo e fuori Scaringi, con Donati che torna a fare il braccetto di difesa. Al 7’, sugli sviluppi di un corner battuto da Spini, Falbo si prodiga in un tiro-cross che plana sulla testa di Esposito, appostato sul secondo palo: ben piazzato il portiere Stellato, che blocca in presa. La truppa di Marchionni è senz’altro più intraprendente in questo secondo tempo e si affida molto alle iniziative di Spini. 17’, grande occasione per Di Marco, la cui botta a colpo sicuro, sulle risultanze di una ficcante iniziativa sull’asse Donati – Da Pozzo, è fortunosamente rimpallata in corner dalla difesa di casa. Al 20’, il Ravenna pareggia con merito: punizione dalla sinistra di Spini, saltano in tanti, ma nessuno la tocca e la rete si gonfia. Gol di Spini, il migliore dei suoi. Nel frattempo, Marchionni ha buttato nella mischia Lonardi e Zagre, con il passaggio di modulo dal 352 al 343. Circa alla mezz’ora, bell’iniziativa sulla destra di Da Pozzo, cross in area per Zagre, ben anticipato in tuffo da Stellato. Al 31’, golazo di Tenkorang, che esplode dal limite dell’area un gran sinistro all’incrocio dei pali; quinto gol in campionato del centrocampista e Ravenna meritatamente in vantaggio. 

Joshua Tenkorang esulta dopo il gol

Due minuti dopo, Guidonia insidioso: cross di Zappella, uscita ballerina di Anacoura, batti e ribatti e l’azione sfuma: Ravenna, in questo caso, fortunato. 39’, cross sul secondo palo di Santoro, testa di Bernardotto, ma stavolta Anacoura è bravo e respinge in angolo. Marchionni ora si copre togliendo Motti ed inserendo Bianconi per puntellare la difesa in questo caldissimo finale di partita. Al 90’, Mulè reclama un fallo di mano di Falbo in piena area ravennate: check dell’arbitro al monitor, ma niente penalty. Gli interminabili nove minuti di recupero non cambiano più il risultato e il Ravenna porta a casa una vittoria, nel complesso, meritata per aver disputato un secondo tempo maiuscolo, che ha cancellato le incertezze del primo. Venerdì prossimo, al Benelli, arriva il Perugia.

Il tabellino

GUIDONIA vs RAVENNA 1-2 (23’pt. Tascone, 20’st. Spini, 31’st. Tenkorang)

GUIDONIA: 1Stellato, 2Esempio ©, 6Malomo, 13Mulè, 77Zappella (43’st. 21Mastrantonio), 8Errico, 14Santoro (43’st. 20Falleni), 33Tascone (10’st. 80Franchini), 90Tessiore (15’st. 7Sannipoli), 10Spavone (15’st. 32Zuppel), 90Bernardotto. A disp.: 12Mazzi, 5Cristini, 9Calì, 17Stefanelli, 18Calzone, 24Russo. All. C. Ginestra.

RAVENNA: 1Anacoura, 47Scaringi (1’st. 77Da Pozzo), 21Esposito ©, 5Solini, 2Donati (19’st. 29Zagre), 16Tenkorang, 8Rossetti (19’st. 17Lonardi), 6Di Marco (48’st. 11Rrapaj), 3Falbo, 19Spini, 9Motti (39’st. 44Bianconi). A disp.: 12Stagni, 24Borra, 18Luciani, 20Calandrini, 30Ilari, 45Castellacci, 73Sermenghi, 76Zakaria, 84Menegazzo. All. M. Marchionni.

Ufficiali di gara: sig. Liotta, sig. Robilotta (1^ assistente), sig. Monaco (2^ assistente), sig. Dorillo (4^ assistente), sig. Brizzi (FVP).

Ammoniti: Di Marco (22’st.), Ginestra (34’st.), Spini (51’st.).

Calci d’angolo: 5 a 7.

Recupero: 1 min. e 9 min.

Note: si gioca al Francioni di Latina in un caldo pomeriggio settembrino. Poco meno di un centinaio i tifosi bizantini presenti.

 

mercoledì 10 settembre 2025

Il Deserto Rosso di Antonioni nel cuore di Ravenna

 di Fabio Pagani

Come promesso la scorsa settimana, proseguiamo il nostro viaggio nel cinema e, in particolare, in quello ambientato in Romagna. Il Deserto Rosso è il capolavoro di Michelangelo Antonioni: girato quasi interamente a Ravenna, il film mette in evidenza le inquietudini e i disagi dell’umanità. La città bizantina non è quella dei mosaici e delle chiese, ma viene rappresentata nel suo più profondo silenzio; ciò che ha colpito il regista, originario di Ferrara e quindi non lontano da Ravenna, è la convivenza fra ambiente e industria nell’economia di un mondo che sta cambiando e diventando sempre più impersonale e arido.

La storia del film è ben nota: Giuliana (Monica Vitti) è coinvolta in un incidente d’auto che le procura un forte choc dal quale non riesce a riprendersi. Lo stato di depressione in cui cade viene aggravato dal contesto in cui vive, popolato di fumo e grigiore. Stanca della vita coniugale, cerca consolazione in Corrado, amico del marito di Giuliana, che la seduce intrecciando con lei una relazione clandestina. Tuttavia ciò non serve ad alleviare i tormenti della donna, che tenterà il suicidio, senza riuscirci, continuando quindi a vivere senza dare alcun scopo alla sua esistenza.

Monica Vitti nel ruolo di Giuliana

Emerge il tema di fondo della solitudine di Giuliana, rimarcata dalla non accettazione intrinseca di una vita che ritiene inutile e della metamorfosi del paesaggio, che da rurale diventa industriale. Anima e cuore cedono il passo a silenzio e rassegnazione. Qualsiasi tentativo di evasione diviene, perciò, effimero e non fa altro che aggravare il disagio psicologico della protagonista.

Ma veniamo al set: il complesso industriale in cui lavora Ugo, marito di Giuliana, è l’ex villaggio ANIC di Ravenna, situato in via Baiona 107; l’esterno dell’edificio in cui la signora, senza il marito, incontra per la prima volta Corrado è in via Pietro Alighieri 8, mentre l’albergo in cui i due amanti si ritrovano è in via Porta Aurea 1.

L'ex villaggio ANIC ieri e oggi

Ravenna, ma non solo: i luoghi dove si recano Giuliana e Corrado per “sentire il rumore delle stelle” sono i radiotelescopi di Medicina (Bologna), inaugurati proprio nel 1964, anno di uscita del film.

I radiotelescopi di Medicina ieri e oggi

Il Deserto Rosso precorre i tempi, anche per il messaggio che ci lascia: Giuliana, afflitta dall’insopportabile dolore di vivere, cerca la fuga prima nel tentato suicidio e poi nell’evasione dalla realtà attraverso le visioni da cui è rapita. Una di queste è la favoletta che racconta al figlio dalla spiaggia di Budelli, in Sardegna, dove una ragazzina, immersa in un luogo che evoca un ritorno a uno stato primordiale, vive in perfetta armonia con la natura. Tutto quello che manca a Giuliana.

Nel finale, la donna narra al figlio un’altra storia, quella degli uccellini che hanno imparato a sopravvivere in natura evitando i fumi tossici: sopravvivere, appunto, non vivere. E questo, con rassegnazione, farà anche lei.

Le fotografie sono state prese dal sito davinotti.com

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domenica 7 settembre 2025

Ravenna vs Bra 3-1

di Fabio Pagani
Smaltita la delusione di Forlì, il Ravenna torna al Benelli e affronta il Bra. Giallorossi chiamati alla pronta reazione sul piano del gioco, ma attenzione ad un avversario che si presenterà molto motivato.
Novità di formazione per Marchionni: come da noi paventato in settimana, chance da titolare per Donati e cambio anche in cabina di regia con Lonardi che rileva Rossetti.
La partita. Al 9’, Motti si invola verso la porta, ma è bravo il portiere ad uscire ed anticiparlo, rischiando non poco. Al 18’, dopo una decina di minuti combattuti, ci prova Spini con un bel sinistro da fuori area, senza fortuna. Al 25’, Donati recupera un gran pallone e serve Spini: mancino a giro alto di poco. Il primo tempo scorre abbastanza bloccato con il Ravenna che cerca di sfondare ed il Bra che si difende ordinato e non disdegna di proporsi al tiro come al 36’ con La Marca, che conclude fuori. Lampo di Spini al 43’: siluro dal limite che impegna severamente in corner Franzini. Primo tempo in archivio sullo 0 a 0: Ravenna lento nella manovra e molto prevedibile.

Ripresa senza cambi in partenza. Al 6', ghiotto contropiede condotto da Tenkorang, che serve Motti appena dentro l'area, controllo imperfetto e ribattuta del difensore; la palla è ancora viva e lo stesso Tenkorang scodella al centro per la spettacolare rovesciata di Spini, alta sulla traversa. Giallorossi rientrati dagli spogliatoi con ben altro piglio. Al 12', bel cross da sinistra di Rrapaj per Tenkorang, che anticipa di testa il difensore avversario concludendo fuori di pochissimo. Al 14', Bra pericolossismo: affonda sulla destra Chiesa, centro per l'incornata di Sinani, ma Anacoura è provvidenziale e salva la porta. Sull'azione successiva, Ravenna in gol: Spini scodella sul secondo palo per il solito Tenkorang e il Benelli esplode. Alla mezz'ora, esordio di Falbo fra i bizantini, mentre in precedenza Rossetti e Da Pozzo hanno rilevato Lonardi e Corsinelli; cambi anche nel Bra, ora meno timido. Al 32', bell'anticipo di Di Biase su Esposito, ma il suo colpo di testa termina largamente a lato. Al 37', raddoppio del Ravenna: grande azione di Da Pozzo che si presenta davanti al portiere, primo appoggio per Tenkorang respinto, il secondo va meglio e il centrocampista ex Cremonese insacca. Doppietta per il numero 16 giallorosso. Al 44', a sorpresa, il Bra accorcia: da destra, traversone mancino di Sinaj, dormita della difesa ravennate e Di Biase ne approfitta. Due minuti dopo, succede l'incredibile: Da Pozzo atterra Minaj e regala un calcio di rigore al Bra : Maresca va al controllo FVP e conferma il penalty. Sul dischetto Lionetti spara clamorosamente alto e il Benelli giubila. Sull'azione successiva, Mandorlini insacca, con la complicità della deviazione di un difensore ospite, la rete del definitivo 3 a 1; il Ravenna vince, ma ha rischiato di buttare al vento una partita già indirizzata. 
Le voci dagli spogliatoi
Marchionni: oggi abbiamo capito che le partite vanno giocate fino alla fine. Nel primo tempo siamo stati lenti, mentre nel secondo, grazie agli spazi che il Bra ci ha concesso, siamo andati meglio. Ho visto una grande coesione nel gruppo, che è un bel segnale. Faccio un appunto ai miei sull'azione del gol incassato, nata da un nostro calcio piazzato gestito male. Ad ogni modo, sono soddisfatto di ciò che ha fatto il Ravenna in queste prime partite: continuiamo, quindi, nella direzione intrapresa.
Tenkorang: primo tempo bloccato, nel secondo siamo stati più bravi, ma dobbiamo rimanere concentrati fino alla fine. Io sono contento della mia partita e gli inserimenti sono senz'altro la mia caratteristica principale.
Donati: dobbiamo lavorare di più sulla concentrazione perchè sarebbe stato un peccato buttare alle ortiche una partita in cui non avevamo rischiato niente. Personalmente sono felice perchè sto ritrovando un buon minutaggio e sono a disposizione del Mister quando lo ritiene opportuno e in ogni ruolo possa servire, contribuendo anche con la mia esperienza a far crescere questo gruppo. 
Mandorlini: abbiamo rischiato di buttare via una partita già vinta. Per fortuna il risultato è arrivato, ma chiaramente dobbiamo lavorare di piu. Il gol è stata una bella soddisfazione, compreso l'affetto dei miei compagni. Avanti così.


Il tabellino
Ravenna vs Bra 3-1 (15'st. e 37'st. Tenkorang, 44'st. Di Biase, 50'st. Mandorlini)
RAVENNA: 1Anacoura, 2Donati, 21Esposito, 5Solini, 27Corsinelli (23'st. 77Da Pozzo), 17Lonardi (23'st. 8Rossetti), 16Tenkorang, 6Di Marco (30'st. 3Falbo), 11Rrapaj © (41'st. 4Mandorlini), 19Spini, 9Motti (41'st. 29Zagre) A disp.: 12Stagni, 24Borra, 20Calandrini, 30Ilari, 44Bianconi, 45Castellacci, 47Scaringi, 73SErmenghi, 76Karim, 84Menegazzo. All. M. Marchionni.
BRA: 1Franzini, 4Cannistra, 5Chiesa, 10Pautassi, 11Sinani (28'st. 9Di Biase), 29Maressa (19'st. 8Tuzza), 31De Santis, 47La Marca (28'st. 14Lionetti), 72Cucciniello ©, 77Brambilla (9'st. 27Campedelli), 92Baldini (19'st. 21Minaj). A disp.: 22REnzetti, 3Rottensteiner, 19Sammouni, 20Morleo, 28Dimatteo, 36Rabuffi, 80Chiabotto, 99Chianese. All. F. Nisticò.
Ufficiali di gara: sig. Maresca, sig. Ciannarella (1^ assistente), sig. Valcaccia (2^ assistente), sig. Terribile (quarto ufficiale).
Ammoniti: Cucciniello (4’pt.), Chiesa (3'st.), Di Marco (19'st.), Mandorlini (52'st.).
Calci d’angolo: 5 a 2.
Recupero: 0 min. e 6 min. 
Note: al 50' st. Lionetti calcia alto un rigore. Pomeriggio caldo e baciato da un gradevole vento settembrino. Sugli spalti, 18 ospiti in curva sud, mentre nei settori locali capienza che si attesta sulle 3800 presenze. Spettatori complessivi 3813.

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mercoledì 3 settembre 2025

LA BASSA ROMAGNA NEL CINEMA

di Fabio Pagani

La Romagna in celluloide è spesso associata a Federico Fellini e ad Amarcord: la storia della vita del regista nel contesto della sua Rimini. È vero che si tratta di un racconto paradigmatico di una terra contadina e di provincia, quindi ascrivibile anche alla “bassa”, ma ci distanziano da essa una settantina di chilometri di persone e tradizioni.

Anche la nostra Romagna ha recitato un ruolo importante nella storia del cinema italiano a cavallo fra gli anni ’60 e la fine del millennio: vediamo come.

Partiamo da La riffa (1962), girato da Vittorio De Sica, quarto episodio del film Boccaccio ’70

Sophia Loren sul set (foto tratta dalla Cineteca di Bologna)

Oggetto della sagra paesana è una singolare lotteria che ha come premio Zoe (interpretata da Sophia Loren), giunonica ragazza che gestisce un tiro a segno, che si offre al vincitore per aiutare due amici in difficoltà. Il fortunato è il sagrestano del paese, che però non riscatterà mai il proprio premio…

Le scene principali si articolano fra Lugo (viale della Libertà, piazza Garibaldi e via Risorgimento) e Bagnacavallo (via Farini), dove le persone informano Cuspìt (pronuncia Cuspèt) di essere il vincitore della riffa.

Nel 1970, Luigi Filippo D’Amico filma una pellicola diventata cult, la prima nel suo genere: Il presidente del Borgorosso Football Club. Benito Fornaciari, interpretato da Alberto Sordi, eredita dal padre scomparso la proprietà della squadra di calcio del paese di Borgorosso; cresciuto nell’austero ambiente del Vaticano, Benito è dapprima riluttante, ma poi si fa trascinare dalla passione della gente della sanguigna Romagna e, nonostante le disavventure finanziare, rimane in sella alla squadra eccitando la folla con l’acquisto del grande campione Omar Sivori. 

Alberto Sordi ed Omar Sivori durante le riprese (foto personale)

Le scene sono ambientate a Lugo (stadio e cantine Valli, dove ha sede l’ufficio di Fornaciari), Tredozio e soprattutto Bagnacavallo, di cui si vedono molti scorci del centro e l’esterno ed interno del teatro Goldoni, dove ha vita la scena più iconica del film.

Chiudiamo la nostra rassegna con L’Agnese va a morire (1976) di Giuliano Montaldo. Tratta dall’omonimo romanzo di Renata Viganò, l'opera è incentrata sulla storia di una donna, a cui i tedeschi hanno ucciso il marito, che decide di entrare nella Resistenza con il compito di consegnare dispacci segreti ai compagni di lotta. Sono diverse le location scelte dal regista per girare le scene: la piazza di Bagnacavallo, dove i nazisti espongono il cadavere di un partigiano, le valli di Comacchio, via destra Senio ad Alfonsine, Ravenna, ecc.

Via destra Senio, Alfonsine (fotogramma)

Il feeling fra la Romagna ed il cinema non finisce certamente qui: potremmo, infatti, parlare di tante altre pellicole, da La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone di Pupi Avati (1974), a La neve nel bicchiere di Florestano Vancini (1984), per chiudere con E allora mambo (Lucio Pellegrini, 1999).

Vi invito a rimanere attenti e… Al prossimo ciak!

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lunedì 1 settembre 2025

Forlì vs Ravenna 1-0

La maledizione Miramari non perdona: il Ravenna cade a Forlì

di Fabio Pagani

La legge del Morgagni colpisce ancora: il Ravenna cade a Forlì e lo fa dopo aver disputato una partita in cui gli è mancato un po' di mordente, nonostante l’impegno. Tante le occasioni create dai giallorossi, rimane l'amaro in bocca per una prestazione non negativa, ma meno brillante sul piano del gioco rispetto alle ultime.

Davanti a 611 supporters giallorossi, in una cornice di pubblico da copertina, il Ravenna cerca di fare la partita pressando e aggredendo i padroni di casa. Il Forlì mette fuori il becco all’11’ con l’ex Simone Saporetti, che conclude debolmente. Tre minuti dopo si fa vedere Di Marco che, su invito di Motti, da posizione defilata prova un sinistro che finisce largo. Al 15’, Ravenna vicinissimo al gol: Tenkorang si inserisce, di forza, con i tempi giusti e si presenta davanti a Martelli: il tiro del centrocampista è, però, centrale ed il portiere respinge d’istinto. Al 26’ Saporetti e al 30’ Farinelli provano ad impensierire Anacoura, senza fortuna. Ma l'inerzia del match sembra cambiare e la truppa di Miramari prende sempre più campo. Sul finale di tempo segnaliamo due occasioni, una per parte: Tenkorang, ancora lui, di testa su corner di Spini, con Menarini che respinge il pallone quasi sulla linea di porta; un minuto dopo, al 42’, tiro-cross velenoso dal lato destro dell’area di rigore di Manetti, bloccato in maniera sicura da Anacoura.

Le due squadre all'ingresso in campo

Ripresa subito con un cambio: fuori l’acciaccato Lorenzo Saporetti e dentro un altro ex, Pellizzari. Al 3’, il Morgagni esplode di gioia: grande azione di Saporetti, che si incunea ai 25 metri, chiamando allo scambio Scorza: movimento da pivot del numero 21 biancorosso e sfera appoggiata allo stesso Saporetti, che trafigge Anacoura con un sinistro secco sul primo palo. La dura legge dell’ex. Al 5’, corner di Menarini (fra i migliori del Forlì) e girata volante di Elia alta sulla traversa. Al 14’, Marchionni cambia e passa al 3-4-3, inserendo Zagre per Tenkorang e Lonardi per Di Marco; la mossa dà la scossa ai giallorossi, ora più minacciosi. Al 19’, Spini si invola sulla sinistra e serve un assist al bacio per Corsinelli che, solo al centro dell’area, spara alle stelle. 21’, ci prova Zagre: controllo e girata di destro, ma Martelli dice di no. Sugli sviluppi del corner seguente, zuccata centrale di Rossetti, facile per il portiere di casa. Al 25’, Ravenna ad un passo dal pari: ancora Zagre (buona la sua gara) in evidenza con il recupero di un pallone al limite dell’area, appoggio intelligente a Lonardi che fa partire un sinistro a giro sul secondo palo: Martelli è fermo, ma la sfera fa la barba al montante ed esce sul fondo. 

I 611 tifosi ravennati al Morgagni

Alla mezz’ora ci riprova Rossetti, stavolta su centro di Donati, ma il suo destro è sporcato in calcio d’angolo da Elia. Nel finale di un derby molto combattuto e nervoso il Forlì rimette la testa fuori dal guscio, prima con Macrì (sinistro dai sedici metri, alto) e poi con Farinelli, anticipato sul più bello da Da Pozzo. Finisce così, 1 a 0, con il trionfo di tattica e grinta dell’undici di Miramari, apparso più affamato e determinato degli avversari. Il Ravenna non ha comunque demeritato, avendo creato diverse occasioni, ma è mancata, a nostro giudizio, la lucidità necessaria per portare a casa una partita del genere contro un avversario spigoloso e duro a morire.

Il tabellino

Forlì vs Ravenna 1-0 (3’st. S. Saporetti)

FORLI’: 22Martelli, 24Cavallini, 25Elia, 27Manetti, 4L. Saporetti © (1’st. 32Pellizzari), 11Farinelli (51’st. 19Ercolani), 3Menarini, 21Scorza (37’st. 6Franzolini), 10Macrì, 7Petrelli (23’st. 9Manuzzi), 33S. Saporetti (23’st. 30Coveri).  A disp.: 1Calvani, 12Veliaj, 2Mandrelli, 8Ripani, 14Spinelli, 15Berti, 16Valentini, 18Giovannini, 29Graziano, 31La Rosa. All. A. Miramari.

RAVENNA: 1Anacoura, 47Scaringi (27’st. 2Donati), 21Esposito, 5Solini, 27Corsinelli (27’st. 20Calandrini), 8Rossetti, 16Tenkorang (14’st. 29Zagre), 6Di Marco (14.st. 17Lonardi), 11Rrapaj © (38’st. 77Da Pozzo), 19Spini, 9Motti. A disp.: 12Stagni, 24Borra, 4Mandorlini, 7Okaka, 32Ilari, 44Bianconi, 45Castellacci, 76Zakaria, 73Sermenhi. All. M. Marchionni.

Ufficiali di gara: sig. Lovison, sig. Singh (1^ assistente), sig. Rispoli (2^ assistente), sig. Eremitaggio (quarto di gara), sig. Rignanese (FVS).

Ammoniti: 20’pt. L. Saporetti, 10’st. Pellizzari, 12’st. Di Marco, 15’st. Macrì, 19’st. Lonardi, 32’st. Menarini, 33’st. Spini, 35’st. Calandrini.

Calci d’angolo: 5 a 8.

Recupero: 0 min. e 5 min.

Note: serata calda e umida, oltre 600 tifosi ospiti sugli spalti. Spettatori complessivi circa 3000.

Le parole del dopopartita (raccolte negli spogliatoi dall'amico Francesco Elia, collaboratore del giornale "Piazzale della Vittoria")

Mr. Marchionni: secondo me abbiamo fatto una buona gara soprattutto in fase di non possesso; avremmo potuto fare meglio con il pallone fra i piedi, abbiamo creato molto, reagendo dopo il gol subito. Non siamo riusciti a sfruttare al meglio le occasioni avute. Mi "girano" un po' per la rete incassata perchè abbiamo perso due palloni tra le linee; tolto questo, però, ho del rammarico in quanto avremmo probabilmente meritato il pareggio soprattutto nel secondo tempo e dopo il cambio di modulo Non cerchiamo alibi, abbiamo perso e accettiamo il risultato. 

Mr. Miramari: abbiamo continuato il nostro cammino, con la differenza che oggi siamo riusciti a raccogliere i frutti del nostro lavoro. La prestazione è stata buona, anche se c'è ancora molto margine di miglioramento; stiamo andando nella direzione giusta: "tu fai tre passi e l'orizzonte si allontana di altri tre passi", come dice Eduardo Galeano (scrittore uruguaiano, N.d.A.), ma il percorso è quello giusto. 

mercoledì 27 agosto 2025

La dura convivenza fra cultura e potere

di Fabio Pagani

Un tema complesso e annoso, mai fuori moda. Quando ci domandiamo quale sia il confine fra la libertà intellettuale ed il potere ci poniamo una questione che esiste da sempre. E', insomma, senza tempo. Vogliamo rispolverarla richiamando alla memoria un'opera, forse poco nota a molti di noi, ma particolarmente illuminante: l'ode "La caduta" del poeta Giuseppe Parini, vissuto nel '700.
L’argomento affrontato, dalla forte valenza storica e letteraria ancora valida, riguarda un periodo di grandi cambiamenti, la seconda metà del Settecento, in cui l’illustre autore lombardo intende la poesia come strumento di impegno civile, educando all'utile, all’alto senso dell'uomo e al ripudio di ciò che è contrario alla coscienza. Questo motivo anima particolarmente il componimento, scritto nel 1786.

Un'edizione delle Odi di Parini

Il passaggio saliente del testo prende corpo da un episodio: a partire da un incidente occorsogli in una rigida giornata d’inverno, Parini svolge una serie di considerazioni sulla propria condizione di poeta e sul valore della libertà intellettuale, che egli non intende sacrificare in cambio di vantaggi materiali, ponendosi come esempio da seguire.
Il passante che nota il poeta a terra esprime l’opinione comune in quanto è meravigliato del fatto che un intellettuale affermato versi in condizioni di salute ed economiche così precarie; Parini è quindi vittima di una società nella quale, chi non riesce - o non vuole - piegarsi al pensiero dominante, viene confinato e dimenticato. La "sdegnosa anima" del poeta, incapace di adeguarsi al sistema, non si svenderà mai: l'anonimo passante capisce così che la "malattia" di libertà del vecchio classicista non ha cura.
Non c'è messaggio più edificante di quello che emerge nell'ode: gli spiriti giusti, onesti e fieri del loro pensiero rimangono sempre coerenti con se stessi, al netto di potenti e tiranni. E' questo l’insegnamento più profondo, assorbito dalla cultura classica, che Parini esprime e che, secondo noi, è centrale nel malato mondo di oggi.

Chi è Giuseppe Parini
Brianzolo, vive in pieno il suo tempo, quello dell'Illuminismo (Siamo nel '700). E' conosciuto principalmente per il poema satirico "Il Giorno", in cui critica gli sterili ozi di un giovane nobile, e per le "Odi", che promuovono i valori civili e riformatori. E' sacerdote e, durante il governo austriaco su Milano, ottiene importanti incarichi di insegnamento come professore di eloquenza nelle scuole della città.

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domenica 24 agosto 2025

Le pagelle del Prof: Ravenna - Campobasso 3-2

di Fabio Pagani



Anacoura 6: poco impegnato, si guadagna il voto grazie all’ordinaria amministrazione. Non può nulla sulle due reti subìte.

Solini 6,5: nei primi 25 minuti si fa apprezzare per una giocata di classe ed efficace, poi è bravo e pulito, svolgendo in pieno il proprio compito.

Esposito 6,5: sempre elegante, è suo il lancio millimetrico che innesca il 2 a 0. Una piccola sbavatura nel finale di primo tempo non macchia una discreta prestazione.

Scaringi 6,5: solido e con la giusta cattiveria. Nella ripresa spende un cartellino giallo e Marchionni lo leva subito dal campo (17’st. Donati s.v.)

Corsinelli 6,5: il fallo da rigore causato su Serra gli toglie qualcosa sul voto in una partita diligente nella quale l’ex Gubbio cerca anche la spinta sulla fascia. Illuminante il colpo di tacco che smarca Motti sull’azione del gol del “Simply Red”.

Tenkorang 7,5: due timbri (fra l’altro, ex di turno), tanta corsa. Tagliente come una lama appena affilata dall’arrotino.

Rossetti 7: la diga fa la diga, ma non solo. Sembra molto più dinamico rispetto allo scorso anno (17’st. Lonardi 5,5: un po’ lento, non entra molto in partita. Lo rivedremo certamente).

Di Marco 8: non ce ne voglia Tenkorang, ma il baby ex Toro impressiona. Visione di gioco (è suo l’assist al bacio per il 3 a 1 di Joshua, oltre al legno colpito ad inizio partita), sempre a testa alta con la palla al piede e tanta, tantissima corsa (33’st. Menegazzo s.v.)

Rrapaj 6,5: corre per tutti, le batterie sono inesauribili. Alle volte, la sua grande generosità lo priva di quel pizzico di lucidità in più. Ma sono dettagli.

Spini 6,5: assist vincente per l’1 a 0, un palo scheggiato nel finale e tanti dribbling, forse qualcuno di troppo. Ma quanto potenziale!

Motti 7,5: gol a parte, fra l’altro di pregevole fattura, corre, torna a centrocampo, riparte in contropiede. Esce per crampi, stremato e applauditissimo, dopo una sgroppata di 30 metri (33’st. Zagre s.v.)

Marchionni 6,5: prepara la partita nel modo giusto, aggredendo l’avversario e stritolandolo nei primi 25 minuti. Corretti i cambi, da registrare un po’ qualche lieve sbavatura in difesa (a voler essere pignoli). La strada intrapresa, comunque, sembra quella maestra e si ha la netta sensazione che l’impronta del Mister, nelle scelte delle caratteristiche tecniche dei centrocampisti arrivati in estate, sia stata di quelle giganti.

PUBBLICO 10: impressionante. Tifo incessante della curva Mero, bandiere, sciarpe e tanto entusiasmo anche in tribuna. A memoria, esclusi gli appuntamenti capitali (vedi i derby contro il Cesena), non ricordiamo una bolgia del genere, che supera largamente, in qualità di supporto, i match dello scorso campionato contro Forlì e Tau. Segnaliamo l’abbondante presenza di bambini e ragazzi appassionati, segno che la semina sta procedendo molto bene.

 

sabato 23 agosto 2025

Ravenna vs Campobasso 3-2

di Fabio Pagani
In un Benelli che fa registrare il tutto esaurito, o quasi, il Ravenna bagna il proprio esordio in campionato contro un avversario, il Campobasso, affamato di gloria. Fa capolino il Football Video Support (FVS), il cosiddetto "VAR a chiamata", per dirla in modo improprio: ognuno dei due allenatori, infatti, ha a disposizione un paio di chiamate per la valutazione video, da parte dell'arbitro, di interventi considerati passibili di rivisitazione. 
La partita. Pronti via e Ravenna in gol: corner a rientrare di Spini per Tenkorang che, solo soletto, a centro area, colpisce di piatto e insacca. Passano 60 secondi e Di Marco, lanciato a rete, scarta il portiere e conclude defilato: il palo esterno gli dice di no. All'8' ci prova da fuori Cerretelli, senza fortuna; primo squillo degli ospiti, schiacciati dall'avvio straripante dei giallorossi. Al 14', raddoppio bizantino: Corsinelli lavora bene il pallone e, dal lato corto destro dell'area serve Motti, il quale si accentra e con un sinistro chirurgico batte Forte sul primo palo. Nell'occasione, prima FVS richiesta da Mr. Zauli, ma il gol è valido. Al 20', ci prova in torsione aerea Padula, ma Anacoura è tranquillo. 4 minuti più tardi, buona occasione per i lupi molisani con Leonetti, bravo a colpire di testa l'invitante cross di Gala, ma la mira non è precisa. 29', elegante sforbiciata di Cerretelli all'altezza del dischetto, ma è centrale e Anacoura blocca in tuffo. Al 33', calcio di rigore per il Campobasso: Corsinelli falcia, su una palla vagante che sta per finire a Serra, il numero 36 ospite. Diop è sicuro e decreta il penalty: Leonetti non sbaglia e match riaperto. Il Ravenna, però, non subisce il contraccolpo e sfiora il terzo gol con Di Marco, il cui destro al volo finisce fuori di poco. Al 2' di recupero, grandissima scucchiaiata di Di Marco sulla testa di Tenkorang, che timbra la propria doppietta personale e manda il Ravenna al riposo sul 3 a 1, nonostante il brivido del FVP richiesto dal Campobasso per sospetto "mani" di Rossetti ad inizio azione. 

La curva giallorossa in gran spolvero

Ripresa senza cambi in partenza. Zauri mescola le carte dopo pochi minuti con tre sostituzioni: c'è spazio, fra gli altri, per l'ex Lucchese Magnaghi. Proprio lui ci prova al 10' con un destro senza pretese. Marchionni mette dentro Donati e Lonardi in luogo di Scaringi e Rossetti in un Ravenna che gestisce il patrimonio di due gol di vantaggio, pur non rinunciando a pungere. 20', cross dal fondo di Martina per la testa di Magnaghi: tiro alto. Alla mezz'ora, prima Di Marco (respinge, di pugno, Forte), poi Spini (palo esterno) vanno vicino al poker. Ovazione del pubblico di casa a 10 minuti dalla fine, quando escono fra gli applausi Di Marco e Motti. Al primo minuto di recupero, Corsinelli potrebbe insaccare, ma spara alle stelle da ottima posizione. Rovesciamento di fronte e, su un rimpallo fortuito, Magnaghi ringrazia e timbra il cartellino, riaprendo la partita a 180 secondi dalla fine. Termina così, 3 a 2 per i giallorossi, una sfida bellissima e ricca di emozioni. Buona la prima. 

Il tabellino
Ravenna vs Campobasso 3-2 (2'pt. e 47'pt. Tenkorang, 14'pt. Motti, 35'pt. Leonetti, rig., 47'st. Magnaghi)
RAVENNA: 1Anacoura, 5Solini, 6Di Marco (33'st. 84Menegazzo), 8Rossetti (17'st. 17Lonardi), 9Motti (33'st. 29Zagre), 11Rrapaj (C), 16Tenkorang, 19Spini, 21Esposito, 27Corsinelli, 47Scaringi (17'st. 2Donati). A disp.: 12Stagni, 24Borra, 4Mandorlini, 20Calandrini, 44Bianconi, 45Castellacci, 73Sermenghi, 76Karim, 77Da Pozzo. All. M. Marchionni.
CAMPOBASSO: 22Forte, 2Papini (6'st. 4Celesia), 5Mondonico, 7Padula (6'st. 9Magnaghi), 8Cerretelli, 10Gala, 14Bifulco (34'st. 96Ravaglioli), 20Martina, 26Leonetti (31'st. 11Nocerino) 36Serra (6'st. 6Bordin), 75Parisi. A disp.: 12Rizzo, 50Muzi, 17Lombardi, 21Barbato, 32Di LIvio, 33Mancini. All. L. Zauri.
Ufficiali di gara: sig. Diop, sig. Bracaccini (1^ assistente), sig. Allievi (2^ assistente), sig.ra Gasparotti, sig. De Luca (Operatore FVS).
Ammoniti: Papini (22'pt.), Gala (41'pt.), Padula (5'st.), Scaringi (14'pt.), Zagre (39'st.), Magnaghi (44'st.). 
Espulsi: al 50'pt., per proteste, un dirigente accompagnatore del Campobasso. 
Calci d'angolo: 4 a 4. 
Recupero: 7 min. e 6 min.
Note: serata gradevole, spalti gremiti per un tutto esaurito sfiorato. 4691 gli spettatori presenti, di cui 554 da Campobasso. 

Il post partita - Mister Marchionni risponde
Nei primi 25 minuti abbiamo prodotto un grande calcio, la squadra ha fatto molto bene e le devo fare i complimenti. Dobbiamo stare più attenti a non concedere occasioni gratuite, soprattutto quella del secondo gol subito.
Quest'anno il centrocampo del Ravenna è molto più dinamico di quello dell'anno scorso: i tuoi mediani attaccano gli spazi, vanno al tiro e non danno riferimenti. In sede di costruzione della nuova squadra, il centrocampo è stata la tua prerogativa principale?
Devo ringraziare la società per avermi messo a disposizione una rosa così importante; il centrocampo è stato costruito con intelligenza dai dirigenti e io ho soltanto espresso il mio parere sulla rosa che si stava impostando. Sono contento, quindi, di avere questi giocatori, che sicuramente ci danno imprevedibilità e molte soluzioni.

lunedì 18 agosto 2025

50 anni di Amici miei

Il capolavoro di Monicelli compie mezzo secolo

di Fabio Pagani

1975 – 2025: sono cinquant’anni dall’uscita del primo atto della saga Amici miei, diretta dal maestro Mario Monicelli. Molto più di un film, un vero e proprio marchio (pensiamo, ad esempio, a quei termini entrati ormai nel nostro lessico: zingarata, supercazzola, ecc.).

Il 1975 è un anno campale: Fellini vince il premio Oscar per Amarcord, Eugenio Montale il Nobel per la letteratura, Giorgio Armani fonda la propria casa di moda, Bill Gates la Microsoft e Paolo Villaggio dà il via al suo Fantozzi.

Ma torniamo ad Amici miei: soltanto in apparenza può sembrare una commedia leggera, in realtà racconta la malinconia di una fetta di mondo di mezza età, quello maschile, che cerca negli scherzi e nelle zingarate un disperato appiglio alla vita. Monicelli narra la storia di cinque amici cinquantenni, il conte Raffaello Mascetti (Ugo Tognazzi), il giornalista Giorgio Perozzi (Philippe Noiret), l’architetto Rambaldo Melandri (Gastone Moschin), il barista Guido Necchi (Duilio Del Prete) ed il chirurgo Alfeo Sassaroli (Adolfo Celi), che sono accomunati dal medesimo desiderio di evasione, seppur provenienti da estrazioni sociali molto diverse. 

Da sinistra: Necchi, Melandri, Perozzi, Sassaroli, Mascetti (foto: Wikipedia)

Le zingarate sono, quindi, soltanto un modo per non pensare, per rinsaldare il senso di amicizia e consolazione reciproca e per dimenticare l’andare del tempo; memorabile, a questo proposito, la scena degli schiaffi ai passeggeri di un treno in partenza, bischerata organizzata per consolare il Melandri, succube di un ménage familiare da cui gli amici vogliono salvarlo. Ma c’è dell’altro: i protagonisti sono i veri perdenti della storia perché sono autori e vittime allo stesso tempo della loro immaturità, della continua ricerca del gioco fine a se stesso. Non hanno obiettivi, se non quello di colpire la vita che li opprime.

Gli schiaffi ai passeggeri di un treno in partenza (foto: newdailycompass.com)

Negli anni ’70 bisognava essere qualcuno: era il decennio dell’impegno, della contestazione, del sangue che scorreva violento. Ecco, quindi, che Amici miei rappresenta, vedendolo oggi, una sorta di oasi, decontestualizzata rispetto al periodo, o forse no. Anzi, è proprio grazie al periodo storico in cui galleggiano i nostri personaggi che si apprezza l'angosciato tentativo dei cinque amici di mordere la leggerezza e di rimanervi aggrappati a tutti i costi. Senza scopi particolari. Per loro, quindi, non era necessario essere qualcuno.

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domenica 17 agosto 2025

Ravenna - Cittadella 2-0

Motti bum bum e i giallorossi liquidano la pratica

di Fabio Pagani

Un Ravenna scintillante e convincente piega il quotatissimo Cittadella e passa al secondo turno di Coppa Italia: ad attenderlo ci sarà il Rimini a fine ottobre.

Nella gara odierna, la truppa di Marchionni domina per un'ora abbondante, amministrando poi il doppio vantaggio nell'ultima fetta di gara. Per i veneti, al contrario, c'è ben poco da salvare.

Nel Ravenna, molto bene Esposito in difesa ed altrettanto il trio Tenkorang - Rossetti - Di Marco, oltre alla sicura e affidabile prestazione di capitan Rrapaj; titoloni per Motti, ma non è da trascurare la prova di Spini, mobilissimo su tutto il fronte d'attacco.

La curva Mero (foto di repertorio)

I giallorossi sbloccano il risultato al 38' del primo tempo, allor quando Motti è lesto a raccogliere il traversone da sinistra di Di Marco e a battere il portiere ospite con un bel sinistro a giro. Il K.O. arriva al 9' della ripresa (poco prima, Solini aveva colpito la traversa a Cardinali battuto) ancora con il bomber ex Tau, bravo a raccogliere la respinta sul tiro di Rrapaj del portiere avversario.

Da qui alla fine si registrano altre occasioni, anche qualcosa da parte del Cittadella, ma nulla di eclatante.

Il Ravenna, a conti fatti, ha esordito molto bene nella prima stagionale, ma riteniamo che l'attacco, seppur in gran spolvero oggi, debba essere ancora completato con un innesto di sicura garanzia. Se sarà Okaka, bene, altrimenti, al netto del recupero di Luciani, ci vorrà qualcun altro per rinforzare una rosa già piuttosto competitiva.

Il tabellino
RAVENNA-CITTADELLA 2-0 (Motti (R) al 39' p.t.; Motti (R) al 9' s.t.)

RAVENNA
Anacoura; Scaringi, Esposito (dal 40' s.t. Bianconi), Solini; Corsinelli (dal 40 s.t. Da Pozzo), Tenkorang, Rossetti (dal 18' s.t. Lonardi), Di Marco (dal 29' s.t. Calandrini), Rrapaj; Spini; Motti (dal 29' s.t. Zagre).
A DISPOSIZIONE Stagni, Rizzo, Drapelli, D'Orsi, Raimondo, Menegazzo.
ALLENATORE Marchionni.

CITTADELLA
Cardinali; Salvi, Redolfi, Pavan, Crialese (dal 14' s.t. Rizza); Casolari (dal 40' s.t. Djibril), Barberis; Anastasia (dal 14' s.t. Egharevba), Bunino (dal 14' s.t. Rabbi), Desogus (dal 34' s.t. De Zen); Diaw.
A DISPOSIZIONE Maniero, Scquizzato, D'Alessio, Gatti, Scarpa, Ihnatov.
ALLENATORE Iori.

ARBITRO Picardi di Viareggio.
ASSISTENTI Martinelli-Fenzi.

AMMONITI Rossetti (R), Corsinelli (R), Anastasia (C), Redolfi (C) per gioco scorretto.

NOTE paganti 1931, incasso NC. Tiri in porta 7 (con una traversa)-3. Tiri fuori 3-2. In fuorigioco 1-2. Angoli 2-0. Recuperi: p.t. 3’, s.t. 5’.

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giovedì 14 agosto 2025

Conosciamoci meglio: AS Cittadella

di Fabio Pagani

Domenica 17 agosto, alle ore 18, prende il via la stagione ufficiale del Ravenna FC. Di scena, al Benelli, il primo turno di Coppa Italia di serie C, nel quale i giallorossi se la vedranno contro l’AS Cittadella. I veneti, retrocessi lo scorso maggio dalla serie B dopo 10 anni consecutivi in cadetteria, sono fra i favoriti in campionato, nel girone A, e sicuramente scenderanno a Ravenna con l’intenzione di portare a casa la qualificazione al secondo turno della coppa.

Ma vediamo, nel dettaglio, come si presenta la formazione di Mister Iori a questo appuntamento.

Mister Manuel Iori

Dopo il ritiro di Lavarone, gli amaranto sono carichi di aspettative; così il DS Marchetti: “C’è voglia di riscatto, i ragazzi seguono il Mister con attenzione. Lavorano bene anche tra di loro. Il gruppo è coeso, si respira un bel clima. Questo mi dà fiducia”. Parole importanti anche sull’allenatore, al primo anno in sella ai patavini e già bandiera del Cittadella da calciatore: “Conosco Iori da molto tempo e sono convinto delle sue idee calcistiche. Abbiamo cercato di costruire una squadra che si adatti al suo gioco. È cambiato anche il modulo. In ritiro c’era voglia di imparare, è volato via in un attimo”.

Sul fronte giocatori, segnaliamo due acquisti operati in estate: il difensore Alex Redolfi, classe 1994, reduce da un ottimo biennio a Mantova, e l’attaccante Cristian Bunino, 29 anni, con un passato in piazze di rilievo come Livorno, Siena, Juventus Next Gen, Brindisi e Casertana. Conferme per le punte Pandolfi, Rabbi e, soprattutto Diaw, a dimostrazione della ferma volontà della società amaranto di essere protagonista assoluta in questa stagione.

Davide Diaw: per lui 10 stagioni in serie B

Per quanto riguarda il regolamento del primo turno di Coppa Italia, che si disputa in gara secca, ricordiamo che, alla permanenza del punteggio di parità dopo il novantesimo minuto, si tireranno direttamente i calci di rigore per stabilire quale delle due squadre passerà alla fase successiva della competizione.

domenica 10 agosto 2025

Ravenna - Virtus Verona 1-0

Buona prestazione dei giallorossi nell'amichevole del Benelli; non convince, però, l'attacco

di Fabio Pagani

Nella canicola agostana, davanti comunque ad un buon pubblico (circa 600 i paganti), il Ravenna ha la meglio sulla Virtus Verona, squadra di serie C militante nel girone A. Il dato che rassicura è quello della compattezza di squadra, già evidente; quello che, invece, lascia ancora un po' perplessi è il peso specifico del parco attaccanti, che pensiamo debba essere rinforzato. Con il mercato ancora aperto e le opportunità da cogliere, la società bizantina non resterà con le mani in mano.
Note più che positive le conferme della "vecchia guardia", vale a dire Esposito, Rossetti e Rrapaj, non male anche il contributo di Tenkorang in mediana e, soprattutto, del giovane Di Marco. Nel reparto offensivo sia Motti che Zagrè non sono parsi in grande evidenza; menzione di merito per Spini che, a 9' dalla fine, firma il gol vittoria su cross di Solini.

Spini esulta dopo il gol (foto M. Fiorentini)

E' calcio d'agosto, naturalmente: i segnali di una discreta crescita di squadra ci sono tutti, occorre aver pazienza e, come si diceva prima, attendere dal mercato qualcosa in più in avanti. Da domenica prossima si farà sul serio: il Ravenna ospiterà, per il primo turno di Coppa Italia, il Cittadella (fischio d'inizio alle 18), mentre sabato 23, alle ore 21 e sempre al Benelli, prende il via il campionato contro il Campobasso.

Il tabellino
Ravenna - Virtus Verona 1-0 (36'st. Spini)

RAVENNA: Anacoura; Corsinelli (26’ st Da Pozzo), Scaringi (15’ st Donati), Esposito (26’ st Bianconi), Solini, Rrapaj (26’ st D’Orsi); Tenkorang (34’ st Rizzo), Rossetti (26’ st Lonardi), Di Marco (34’ st Calandrini); Motti (1’ st Spini, 40’ Mandorlini), Luciani (26’ st Zagre). A disp.: Stagni, Morigi, Menegazzo, Sarmenghi, Zakaria. All. Marchionni.


VIRTUS VERONA: Sibi; Patané, Spezzano, Toffanin, Daffara, Saiani (40 st Filippi); Muhameti, Fanini (41’ st Ojeh), Mastour (17’ st Bassi), Zarpellon (30’ st Gatti); Fabbro (36’ st Cuel). A disp.: Alfonso, Peroni, Cielo, Lodovici, Passigato, Amadio, De Marchi, Munaretti, Odogwu, Di Virgilio. All. Fresco.

Arbitro: sig. D'Eusanio.
Ammoniti: nessuno.
Calci d'angolo: 4 a 0.
Recupero: 2 min. e 6 min.

mercoledì 6 agosto 2025

Eco-Ansia, il male del nostro secolo

di Fabio Pagani

Viviamo nell’epoca dello stress e dell’ansia. Ormai queste parole sono entrate a far parte dei più comuni modi di dire: “Che ansia!”, “Non mi stressare!”, ecc.

Durante la stagione estiva, il caldo intenso si riverbera sulla nostra psiche: si aggravano, infatti, i disturbi psicologici come, appunto, l’ansia, la depressione e la psicosi e ciò è dimostrato da numerosi studi scientifici.

Le anomalie climatiche modificano lo stile di vita quotidiano di ognuno di noi e riducono le occasioni di socializzazione, amplificando la solitudine e l’isolamento; le persone più a rischio, cioè bambini e anziani, possono subire un vero e proprio “shock climatico”, traducibile in una nuova patologia definibile come “Eco-Ansia”. Di che cosa si tratta? E’ una sindrome ansioso-depressiva centrata sul cambiamento climatico, sull’impatto ambientale e sulle conseguenze, spesso drammatiche, delle azioni umane sulla natura.

L’Eco-Ansia colpisce soprattutto adolescenti e giovani adulti, vale a dire le categorie sociali con una accentuata sensibilità ecologica; i sintomi più comuni sono insonnia, rabbia, angoscia, pensieri ricorrenti legati alla morte e alle malattie, il tutto corroborato dalle notizie mediatiche sui vari disastri climatici.

Chi soffre di questa patologia accusa una profonda sensazione di estraneità sociale e la percezione di non essere ascoltato e compreso. Sottovalutare l’Eco-Ansia è un grave errore: le persone che ne esprimono il disturbo, infatti, danno spesso voce, in modo inconscio, ad altri problemi che le affliggono (sociali, familiari, economici, ecc.). Insomma, l’Eco-Ansia rappresenta un segnale, sempre più forte, di una sofferenza collettiva che ci coinvolge il rapporto con il mondo e con il futuro che ci attende. Non dimentichiamolo.

 

Fonti: www.sospsiche.it

Immagine tratta da: www.ilgiornaledell’ambiente.it

mercoledì 23 luglio 2025

Sant'Apollinare, martire e vescovo della cristianità

di Fabio Pagani


Cari amici,

oggi, come sappiamo, si festeggia Sant’Apollinare, patrono della città di Ravenna. Ecco un piccolo passaggio sui binari della storia, oggi come non mai degna di essere raccontata. Come per la maggior parte dei santi del I secolo, non abbiamo molte fonti storiche; alcuni collocano il personaggio nello stesso periodo in cui visse Pietro, altri un po’ più in avanti, vale a dire attorno al 200 d.C.

Il giovane Apollinare vive ad Antiochia (l’antica Turchia) e proviene da una famiglia di religione pagana, quindi politeista. Un giorno, però, dalle sue parti giunge Pietro a predicare una nuova fede dalla quale Apollinare si fa subito rapire. A quel punto, il giovane segue l’apostolo a Roma con una missione ben precisa: la capitale dell’Impero è solo una tappa per Apollinare, che infatti viene inviato a Classe dove la flotta romana dispone di una schiera di oltre 300 marinai provenienti dall’Oriente.

Apollinare si distingue subito per le sue doti di leader e Pietro decide di affidargli la costruzione della prima chiesa cristiana a Ravenna, di cui quel giovane venuto da Antiochia diventa proto vescovo. La convivenza con le antiche credenze pagane non è però semplice, tant’è che Apollinare viene più volte picchiato perché si rifiuta di consacrare offerte materiali ad idoli che il Cristianesimo, naturalmente, non riconosce.

Sant'Apollinare

Dopo circa 30 anni di reggenza della chiesa ravennate, attorno al 70 d.C. Apollinare è picchiato a sangue dagli emissari dell’imperatore Vespasiano perché si era, ancora una volta, rifiutato di cedere alla religione pagana. Il vescovo di Ravenna morirà qualche giorno dopo il pestaggio nel luogo in cui, nel 549 d.C., gli verrà consacrata la basilica di Sant’Apollinare in Classe (costruita 15 anni prima). Nel IX secolo, i resti mortali di Sant’Apollinare saranno traslati nella chiesa di Sant’Apollinare Nuovo.

A questo punto, buon Sant’Apollinare a tutti!

 

mercoledì 16 luglio 2025

NORTH SENTINEL ISLAND

Uno scrigno antropologico nel golfo delle Andamane

Un nuovo ingresso nella nostra redazione: si tratta di Francesco Costa, insegnante di scuola materna e studente universitario, nonché esperto di biologia marina e di tutto quel che riguarda la natura. Francesco ci regala un bell'articolo sulla North Sentinel Island, posto unico al mondo nel quale vive ancora una tribù di indigeni. Di veri indigeni, che non hanno mai avuto contatti con la civiltà. Leggendo l'articolo, capiremo come il governo indiano e le autorità stiano gestendo questo importante patrimonio dell'umanità.

In fondo alla pagina, una breve biobibliografia dell'autore. Benvenuto, Francesco!

di Francesco Costa

Nel 2025 la società umana ha ormai raggiunto un elevato livello di sviluppo nei continenti ed in tutte le terre: l’essere umano ha costruito società moderne ed efficienti, ormai simili in tutto il mondo.

Il processo di globalizzazione ha accomunato i popoli della terra tramite tratti simili e risulta oggi difficile pensare ad una società primitiva, quando ancora l’uomo non conosceva la scienza e la tecnologia. Sembra impossibile che al giorno d’oggi esistano ancora persone che non conoscono internet, le automobili o la radio, eppure questi individui ci sono, anche se in numero esiguo.

C’è un’isola situata nel golfo del Bengala all’interno dell’arcipelago delle Andamane, denominata North Sentinel Island, non troppo distante dall’India, che nasconde un interessante segreto antropologico; in questo luogo infatti abita una tribù di indigeni, che non ha mai avuto alcun contatto prolungato con il mondo esterno per migliaia di anni, preservando una struttura sociale, organizzativa e tecnologica primitiva, simile a quella dei nostri antenati, vissuti migliaia di anni fa.

Una veduta dall'alto di Sentinel Island

Si ipotizza che sull’isola abitino dalle 50 alle 500 persone, ma la stima non è certa; inoltre la popolazione nativa non può essere certamente censita, in quanto si dimostra estremamente aggressiva nei confronti di qualunque visitatore esterno che si appresti a sbarcare sull’isola. Tramite l’utilizzo di armi come archi, frecce e rudimentali giavellotti, la popolazione locale aggredisce qualunque barca o velivolo che si avvicini troppo all’isola, dimostrando di non volere alcun contatto con il mondo esterno.

Soltanto durante alcune rare missioni governative e scientifiche si è potuto osservare, anche se da una certa distanza, la popolazione locale, che appare comunque belligerante e poco accomodante.

Si ipotizza che questo popolo abiti l’isola da circa 60.000 anni e, non avendo avuto praticamente nessun contatto con il mondo esterno, preservi gli usi e costumi della vita tribale, rappresentando uno scrigno antropologico di conoscenza sulla condotta ancestrale dell’uomo e sulla sua origine.

Foto originale degli indigeni dell'isola

Attualmente l’amministrazione delle Andamane ha dichiarato di non voler interferire in nessun modo con la vita degli abitanti dell’isola, i Sentinelesi, e di non tentare alcun contatto con loro, impedendo alle navi ed ai velivoli di sostare sull’isola e vietando gli sbarchi sul territorio, al fine di tutelare la tribù ed il suo delicato stile di vita.

In passato non sono mancati incidenti di curiosi che hanno deciso di violare il divieto ed avventurarsi sull’isola: tutti costoro non sono mai tornati indietro e sono stati uccisi dai locali; anche per questo il governo dell’India ha dato direttive alle proprie navi di non avvicinarsi per nessun motivo all’isola e di non cercare contatto con i Sentinelesi, al fine di tutelare loro e i marinai Indiani.

In un mondo cosi avanzato come il nostro, dove la velocità e la tecnologia la fanno ormai da padroni, esistono ancora rarissimi luoghi di lentezza, dove il tempo sembra essersi fermato, dove i saperi ancestrali ed antichi dell’uomo dominano ancora la realtà, uno di questi è proprio North Sentinel Island, dove un piccolo popolo vive ancora in modo naturale, ignorando la modernità e lo sviluppo del ventunesimo secolo, rappresentando una perla rara per la collana della storia umana, perla, che sarà nostro compito preservare per i prossimi millenni.

Francesco Costa (2000) è un giovane poliedrico che coltiva moltissimi interessi: dai viaggi alla biologia marina fino alle piante e a tutto ciò che riguarda la natura. 
Laureato alla triennale di Scienze dell’Educazione, lavora da tempo come insegnante nella scuola materna, in attesa di conseguire l’alloro per la specializzazione che gli consentirà di esercitare anche nella scuola primaria. Collabora con l’Università per Adulti di Alfonsine e fa parte della Whale Watch Liguria, con cui realizza escursioni marittime nel “Santuario dei cetacei”. Ha alle spalle una pubblicazione dal titolo “I miei 10 anni tra le balene” (autoprodotto).