Fabio Pagani
C’è stato un tempo in cui la ferrovia univa Lugo
alle vicine Fusignano e Alfonsine. Un tempo breve, ma significativo. In
Romagna, nella zona del ravennate, c’era la linea che collegava Castel
Bolognese a Ravenna sin dal 1863, anno in cui venne attivata anche la stazione
di Lugo.
Dopo una serie di contenziosi, nati dal fatto che
la società dei tramvai non fosse riuscita ad avviare i lavori prima del 1884,
il 1° gennaio 1885 fu inaugurata la tranviaria Lugo – Fusignano – Alfonsine. I
problemi con il comune di Lugo, ad esempio, nacquero per le modalità con cui si sarebbe
dovuto realizzare il raccordo con la stazione ferroviaria (per il mantenimento
di tale raccordo venne stabilito un canone da versare alla Società
Italiana per le Strade Ferrate Meridionali).
Ad ogni modo, per far funzionare “il” tranvia (curiosamente, in tutti i documenti dell’epoca, l’attività è declinata al maschile), furono consegnate dalla società austriaca “Johan Weitzerd” di Graz otto carrozze passeggeri a due assi sulle quali fu applicato il timbro municipale di ciascuno dei comuni attraversati dalla linea. Il costo del biglietto ad ogni fermata era di 10 centesimi per la seconda classe e di 15 per la prima; a titolo di esempio, il prezzo del tagliando per coprire la tratta Lugo – Alfonsine ammontava a lire 1,10 per la seconda classe e di 1.65 per la prima: queste tariffe non erano certamente a buon mercato per le popolazioni della zona e questo è stato, probabilmente, uno dei motivi dell’insuccesso della tranvia.
La linea, la cui lunghezza complessiva era di 17 km e 585
metri, partiva da Alfonsine, percorreva poi la via Stroppata e la Cantagallo,
entrando a Fusignano; di qui continuava su via Quarantola e proseguiva con via
Sant’Andrea (poi Arginello) fino alla piazza Garibaldi, senza entrare dove oggi
c’è il parcheggio, dietro la rocca cittadina. Dopo la fermata obbligatoria, si
arrivava al raccordo per la stazione principale di Lugo, seguendo l’attuale
circonvallazione fino al macello comunale e poi alla zona dell’ospedale dove
c’era il capolinea.
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Mappa della linea Lugo-Fusignano-Alfonsine |
La stazione di Lugo era costituita da due edifici: una
tettoia per il deposito dei treni ed una casa ad uso abitazione, officina ed
uffici; era collocata in via Tullo Masi, dove poi sarebbe sorto l’attuale
nosocomio cittadino. Secondo alcune testimonianze scritte, il treno era molto
affollato il lunedì, il mercoledì e il giovedì (giorni in cui, nelle tre
cittadine collegate, si svolgevano i mercati); negli altri giorni, specialmente
i festivi, molti approfittavano di questo mezzo per recarsi a trovare amici e
parenti anche se, dice un cronista dell'epoca, "dopo il tratto
compiuto in carrozza dovevano percorrerne altrettanto e anche di più a piedi
per raggiungere la famiglia da visitare; per questo motivo le fermate erano
"spesse" (è scritto proprio così) e bastava mettersi d'accordo col
macchinista per ottenerne molte altre fuori programma."
I risultati economici della linea non furono, però, in linea
con il successo che ebbe fra gli utenti, tanto che il 30 settembre 1886 la
tranvia fu effettivamente chiusa, ma non senza polemiche: ci fu un lungo
periodo di contenziosi legali che portarono, fra le altre cose, alla richiesta
che fosse lo Stato a farsi carico delle spese di gestione, inserendo la tranvia
nell’elenco delle ferrovie di quarta categoria. I tre comuni cercarono, senza
successo, di ripristinare il servizio: nel 1911, ad esempio, si progettò di
ricostruire la linea trasformandola in ferrovia economica, ma lo scoppio della
prima guerra mondiale portò all’accantonamento dell’idea, ripresa parzialmente
nel 1917 per la sola tratta Lugo – Fusignano. Nello stesso anno fu concesso
l’esercizio della parallela autolinea al lughese Andrea Mondini.
Nella raccolta delle fonti, si ringrazia la famiglia del
prof. Luciano Lucci per aver messo a disposizione il proprio archivio storico.
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