venerdì 19 settembre 2025

Ravenna vs Perugia 3-2

 di Fabio pagani

“Thank God it’s Friday!”, così recita il titolo di un film del 1978 con l’indimenticabile Donna Summer. E anche noi, finalmente, possiamo dirlo: l’attesa – febbrile – è finita e il Benelli si presenta con un colpo d’occhio scintillante. Ravenna – Perugia è la partita del tutto esaurito nei settori di casa con 4322 posti occupati fra biglietti e abbonamenti; non male la presenza dei tifosi umbri, 230 in tutto. Se le cose continueranno così, occorrerà valutare la più rapida e sicura riapertura del settore dei distinti.

La partita. 5’ e Perugia subito in gol: azione sulla destra di Matos, pennellata sul secondo palo che trova la testa di Kanoute. Doccia fredda per i giallorossi, chiamati subito alla rimonta. Primo quarto d’ora di Ravenna che fatica a tenere bene le posizioni in campo e soffre il tridente offensivo umbro, in particolare le giocate dell’autore del gol, Kanoute. Al 20’, Perugia vicinissimo al raddoppio: corner del solito Kanoute, incornata a centro area di Ogunseye e palo clamoroso con la sfera che torna in campo e viene ribadita in rete da Megelaitis, ma l’arbitro fischia un fallo in attacco e il pericolo per i bizantini sfuma. 27’, ci prova Lonardi in mischia, ma il suo destro è rimpallato sul nascere dalla difesa ospite. Alla mezz’ora, Di Marco saluta la compagnia e cede il posto a Zagre: Marchionni cambia modulo, passando al 4-3-1-2 con Rrapaj mezz’ala e Da Pozzo che arretra sulla linea dei difensori con Donati spostato a fare il terzino sinistro. Giallorossi, ora, più convincenti: 32’, corner di Spini, testa di Esposito e parabola sporcata in angolo. Al 39’, Tenkorang cerca di lavorare un pallone a centro area, il contrasto col difensore favorisce l’accorrente Zagre che, da ghiotta posizione, spara in curva. Al 41’, dormita colossale della difesa bizantina sul lancio a campanile dalla trequarti di Giunti: si avventa sul pallone Matos, che entra in area, solo soletto, e batte Anacoura. Si fa sera in un bosco per il Ravenna. Ma i leoni non si domano facilmente e al 43’ un’invenzione di Spini da fuori fa esplodere il Benelli: bravo Lonardi a giocare in verticale sul n. 19 giallorosso che controlla e si gira verso la porta, scagliando un sinistro sul primo palo. E’ 1 a 2 ad un soffio dall’intervallo.

Ripresa che deve mostrare un Ravenna arrembante e desideroso di rimonta. Al 3’, monumentale occasione sciupata da Zagre che, lanciato a rete da un bel servizio di Motti, a tu per tu col portiere spara in curva. Al 6’, mischia da far west in area umbra, ma né Zagre né Tenkorang né Motti riescono a buttarla dentro nel polverone generale. 13’, centro di Rrapaj per Tenkorang, botta a colpo sicuro, ma Gemello respinge in corner; sugli sviluppi di quest’ultimo, zuccata di Esposito, di poco alta. Al 15’, tutto lo stadio esulta all’euro-gol di Donati, che dal limite lascia partire un tiro a giro sotto l’incrocio dei pali. E’ 2 a 2. Due minuti dopo, il delirio: Donati per Zagre, inserimento e tiro, respinta in tuffo di Gemello sui piedi di Tenkorang, che timbra il 3 a 2 ed il suo sesto gol in campionato.

Il Ravenna rimonta e va in Paradiso. 27’, sul tiro sporco di Rrapaj, Tenkorang si inventa un colpo di tacco sventato in extremis dal portiere del grifone. Alla mezz’ora ci prova Motti dopo una bella percussione di Spini, ma conclude alto. Al 33’, Marchionni cambia e si copre un po’, inserendo Scaringi per Motti, oltre a Bianconi e Rossetti per Esposito e Rrapaj. Un minuto dopo, miracolo di Anacoura, che si allunga sulla destra e respinge il bolide dalla distanza di Tumbarello. Al 38’ ci prova Giraudo, senza pretese. Al 90’, esordio in maglia giallorossa per Okaka, che rileva Spini. L’ex bomber della Roma e della Nazionale va subito vicino al gol dopo uno scambio con Da Pozzo: il tiro del n. 7 giallorosso è ben respinto in corner da Gemello. Dopo 5 minuti di recupero, possiamo esultare in modo liberatorio: un secondo tempo dominante porta i tre punti al Ravenna, ora in testa a braccetto con l’Arezzo, caduto in casa contro il Guidonia.

Il tabellino

Ravenna vs Perugia 3-2 (5’pt. Kanoute, 41’pt. Matos, 43’pt. Spini, 15’st. Donati, 17’st. Tenkorang)

RAVENNA: 1Anacoura, 2Donati, 21Esposito (33’st. 44Bianconi), 5Solini, 77Da Pozzo, 16Tenkorang, 17Lonardi, 6Di Marco (30’pt. Zagre), 11Rrapaj © (33’st. 8Rossetti), 19Spini (44’st. 7Okaka), 9Motti (33’st. 47Scaringi). A disp.: 12Stagni, 24Borra, 3Falbo, 4Mandorlini, 18Luciani, 20Calandrini, 30Ilari, 73Sermenghi, 76Zakaria, 84Menegazzo. All. M. Marchionni.

PERUGIA: 1Gemello, 4Joselito (28’st. 21Broh), 6Giunti, 7Kanoute (8’st. 11Bacchin), 10Matos, 15Dell’Orco ©, 20Tumbarello, 26Calapai, 29Ogunseye (8’st. Montevago), 32Megelatis, 98Giraudo. A disp.: 12Moro, 3Yabre, 5Angella, 99Terrnava, 24Torrasi, 99Nwanege. All. V. Cangelosi. 

Ufficiali di gara: sig. Angelillo, sig. Ferraro (1^ assistente), sig. La Regina (2^ assistente), sig. Guitaldi (quarto ufficiale), sig. Merciari (FVS).

Ammoniti: Esposito (26’pt.), Matos (35’pt.), Megelaitis (47’pt.), Solini (2’st.), Motti (21’st.), Rossetti (40’st.).

Calci d’angolo: 8 a 5.

Recupero: 3 min. e 5 min.

Note: serata mite e limpida. Spettatori totali 4552, di cui 2735 abbonati e 1817 paganti). In tribuna c’è Francesco Baldini, allenatore ex Spal: Cangelosi a rischio?

© Riproduzione riservata


mercoledì 17 settembre 2025

L'Avversario che è dentro ognuno di noi

di Fabio Pagani

Cogliamo l’occasione dei 25 anni dalla prima uscita di uno dei romanzi più riusciti dello scrittore francese Emmanuel Carrère, L’Avversario. Una lettura coinvolgente e sempre viva, che fa riflettere. Ognuno di noi può nascondere lati sconosciuti a chi ci vede in un determinato modo; spesso, però, ce ne rendiamo conto, pensando invece di essere talmente reali nell’identità che ci siamo costruiti da recitarne perfettamente la parte.

L’Avversario di Emmanuel Carrère è basato su un fatto vero e tratta la vicenda di Jean Claude Romand, che il 9 gennaio 1993 ha ucciso la moglie Florence, i due figli Antoine e Caroline e i genitori. Romand è un medico specializzato nel campo della ricerca, apprezzato sia dai colleghi che dalle più importanti personalità della politica. Frequenta l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) di Ginevra ed è stimato da tutti. Almeno così lui dice.

Quando quella mattina di gennaio la casa dei Romand sta andando a fuoco, Luc Ladmiral, amico di vecchia data di Jean Claude, è chiamato sul posto e vede la straziante scena dei pompieri che stanno portando via i corpi dei familiari di Romand; ben presto, però, la polizia capisce che si tratta di omicidio e non di tragico incidente. I sospetti iniziano a cadere su Jean Claude: gli agenti telefonano all’OMS, dove Romand lavora, ma nessuno lo conosce. Nessuno sa chi sia il dr. Romand e se abbia uno studio in cui esercitare; il suo nome non figura in alcun ospedale parigino nel quale egli sostiene di avere svolto il tirocinio, né all’università di Lione, dove si sarebbe laureato.

Insomma, per farla breve, Romand ha una doppia vita: racconta a moglie e figli una falsa verità, mentre trascorre intere giornate nei parcheggi ad attendere che si faccia sera per tornare a casa; inventa impegni, convegni, frequentazioni. Quando il peso dei fallimenti mai dichiarati diventa insostenibile, ecco il folle gesto.

Carrère si fa sedurre da questa storia di cronaca nera e decide di inviare una lettera a Romand qualche mese dopo la mattanza: “Desidero farle capire che a spingermi verso di lei non è una curiosità malsana o il gusto del sensazionale. Ai miei occhi ciò che lei ha fatto non è il gesto di un comune criminale, né di un pazzo, ma di un uomo spinto agli estremi da forze che non controlla, e vorrei mostrare all’opera proprio queste terribili forze”. Da questo primo contatto ne sono seguiti altri che hanno consentito allo scrittore di costruire il suo romanzo-verità.

Emmanuel Carrère

Jean Claude Romand, un uomo dominato dai propri demoni, incapace di confessare alla moglie le menzogne di una vita mai impostata. “Il lato sociale era falso, ma quello affettivo era autentico”, dice al processo che lo condannerà al carcere a vita con 22 anni di isolamento.

L’Avversario è il male, la vergogna, la pulsione irrefrenabile che spinge il protagonista della storia a tradire in primis se stesso e poi i suoi affetti, alimentando un’enorme bugia ogni giorno sempre più ingombrante. L’ombra e l’oscurità, simboli dell’angelo ribelle a Dio, sono i lati oscuri della psiche che, nel caso di Romand, prorompono in tutta la loro violenza.

L’Avversario, di Emmanuel Carrère, Adelphi Edizioni, Milano.

© Riproduzione riservata

sabato 13 settembre 2025

Guidonia vs Ravenna 1-2

Giallorossi a due volti: malino nel primo tempo, dominanti nel secondo. Ancora Tenkorang in gol!

di Fabio Pagani

Qualche novità di formazione nel Ravenna: fuori Corsinelli (indisponibile) e Rrapaj (in panchina) e dentro Donati ed il neo acquisto Falbo. Confermato il duo d’attacco Spini-Motti, prima convocazione in distinta per Luciani.

La partita. Al 7’, Donati si rende pericoloso con un velenoso destro dalla distanza ben respinto in corner da Stellato. Tre minuti più tardi, scucchiaiata di Solini dal limite dell’area per Spini che, da pochi passi, riesce solo a sfiorare il pallone senza inquadrare la porta. Al 23’, Guidonia in gol: Zappella dal fondo mette in mezzo un cross morbido che Anacoura smanaccia male sui piedi di Bernardotto, il cui servizio di prima premia Tascone, chirurgico nell'infilare la palla all'angolino sinistro. Prima mezz’ora di gioco non buona dei giallorossi, prevedibili e in difficoltà difensiva, mentre i laziali paiono molto più tonici e concentrati. Al 39’, insidioso calcio d’angolo a rientrare di Santoro, ma né Malomo né Mulè ci arrivano. Finisce il primo tempo: il Ravenna deve fare di più.

Ripresa con un cambio nei giallorossi: dentro Da Pozzo e fuori Scaringi, con Donati che torna a fare il braccetto di difesa. Al 7’, sugli sviluppi di un corner battuto da Spini, Falbo si prodiga in un tiro-cross che plana sulla testa di Esposito, appostato sul secondo palo: ben piazzato il portiere Stellato, che blocca in presa. La truppa di Marchionni è senz’altro più intraprendente in questo secondo tempo e si affida molto alle iniziative di Spini. 17’, grande occasione per Di Marco, la cui botta a colpo sicuro, sulle risultanze di una ficcante iniziativa sull’asse Donati – Da Pozzo, è fortunosamente rimpallata in corner dalla difesa di casa. Al 20’, il Ravenna pareggia con merito: punizione dalla sinistra di Spini, saltano in tanti, ma nessuno la tocca e la rete si gonfia. Gol di Spini, il migliore dei suoi. Nel frattempo, Marchionni ha buttato nella mischia Lonardi e Zagre, con il passaggio di modulo dal 352 al 343. Circa alla mezz’ora, bell’iniziativa sulla destra di Da Pozzo, cross in area per Zagre, ben anticipato in tuffo da Stellato. Al 31’, golazo di Tenkorang, che esplode dal limite dell’area un gran sinistro all’incrocio dei pali; quinto gol in campionato del centrocampista e Ravenna meritatamente in vantaggio. 

Joshua Tenkorang esulta dopo il gol

Due minuti dopo, Guidonia insidioso: cross di Zappella, uscita ballerina di Anacoura, batti e ribatti e l’azione sfuma: Ravenna, in questo caso, fortunato. 39’, cross sul secondo palo di Santoro, testa di Bernardotto, ma stavolta Anacoura è bravo e respinge in angolo. Marchionni ora si copre togliendo Motti ed inserendo Bianconi per puntellare la difesa in questo caldissimo finale di partita. Al 90’, Mulè reclama un fallo di mano di Falbo in piena area ravennate: check dell’arbitro al monitor, ma niente penalty. Gli interminabili nove minuti di recupero non cambiano più il risultato e il Ravenna porta a casa una vittoria, nel complesso, meritata per aver disputato un secondo tempo maiuscolo, che ha cancellato le incertezze del primo. Venerdì prossimo, al Benelli, arriva il Perugia.

Il tabellino

GUIDONIA vs RAVENNA 1-2 (23’pt. Tascone, 20’st. Spini, 31’st. Tenkorang)

GUIDONIA: 1Stellato, 2Esempio ©, 6Malomo, 13Mulè, 77Zappella (43’st. 21Mastrantonio), 8Errico, 14Santoro (43’st. 20Falleni), 33Tascone (10’st. 80Franchini), 90Tessiore (15’st. 7Sannipoli), 10Spavone (15’st. 32Zuppel), 90Bernardotto. A disp.: 12Mazzi, 5Cristini, 9Calì, 17Stefanelli, 18Calzone, 24Russo. All. C. Ginestra.

RAVENNA: 1Anacoura, 47Scaringi (1’st. 77Da Pozzo), 21Esposito ©, 5Solini, 2Donati (19’st. 29Zagre), 16Tenkorang, 8Rossetti (19’st. 17Lonardi), 6Di Marco (48’st. 11Rrapaj), 3Falbo, 19Spini, 9Motti (39’st. 44Bianconi). A disp.: 12Stagni, 24Borra, 18Luciani, 20Calandrini, 30Ilari, 45Castellacci, 73Sermenghi, 76Zakaria, 84Menegazzo. All. M. Marchionni.

Ufficiali di gara: sig. Liotta, sig. Robilotta (1^ assistente), sig. Monaco (2^ assistente), sig. Dorillo (4^ assistente), sig. Brizzi (FVP).

Ammoniti: Di Marco (22’st.), Ginestra (34’st.), Spini (51’st.).

Calci d’angolo: 5 a 7.

Recupero: 1 min. e 9 min.

Note: si gioca al Francioni di Latina in un caldo pomeriggio settembrino. Poco meno di un centinaio i tifosi bizantini presenti.

 

mercoledì 10 settembre 2025

Il Deserto Rosso di Antonioni nel cuore di Ravenna

 di Fabio Pagani

Come promesso la scorsa settimana, proseguiamo il nostro viaggio nel cinema e, in particolare, in quello ambientato in Romagna. Il Deserto Rosso è il capolavoro di Michelangelo Antonioni: girato quasi interamente a Ravenna, il film mette in evidenza le inquietudini e i disagi dell’umanità. La città bizantina non è quella dei mosaici e delle chiese, ma viene rappresentata nel suo più profondo silenzio; ciò che ha colpito il regista, originario di Ferrara e quindi non lontano da Ravenna, è la convivenza fra ambiente e industria nell’economia di un mondo che sta cambiando e diventando sempre più impersonale e arido.

La storia del film è ben nota: Giuliana (Monica Vitti) è coinvolta in un incidente d’auto che le procura un forte choc dal quale non riesce a riprendersi. Lo stato di depressione in cui cade viene aggravato dal contesto in cui vive, popolato di fumo e grigiore. Stanca della vita coniugale, cerca consolazione in Corrado, amico del marito di Giuliana, che la seduce intrecciando con lei una relazione clandestina. Tuttavia ciò non serve ad alleviare i tormenti della donna, che tenterà il suicidio, senza riuscirci, continuando quindi a vivere senza dare alcun scopo alla sua esistenza.

Monica Vitti nel ruolo di Giuliana

Emerge il tema di fondo della solitudine di Giuliana, rimarcata dalla non accettazione intrinseca di una vita che ritiene inutile e della metamorfosi del paesaggio, che da rurale diventa industriale. Anima e cuore cedono il passo a silenzio e rassegnazione. Qualsiasi tentativo di evasione diviene, perciò, effimero e non fa altro che aggravare il disagio psicologico della protagonista.

Ma veniamo al set: il complesso industriale in cui lavora Ugo, marito di Giuliana, è l’ex villaggio ANIC di Ravenna, situato in via Baiona 107; l’esterno dell’edificio in cui la signora, senza il marito, incontra per la prima volta Corrado è in via Pietro Alighieri 8, mentre l’albergo in cui i due amanti si ritrovano è in via Porta Aurea 1.

L'ex villaggio ANIC ieri e oggi

Ravenna, ma non solo: i luoghi dove si recano Giuliana e Corrado per “sentire il rumore delle stelle” sono i radiotelescopi di Medicina (Bologna), inaugurati proprio nel 1964, anno di uscita del film.

I radiotelescopi di Medicina ieri e oggi

Il Deserto Rosso precorre i tempi, anche per il messaggio che ci lascia: Giuliana, afflitta dall’insopportabile dolore di vivere, cerca la fuga prima nel tentato suicidio e poi nell’evasione dalla realtà attraverso le visioni da cui è rapita. Una di queste è la favoletta che racconta al figlio dalla spiaggia di Budelli, in Sardegna, dove una ragazzina, immersa in un luogo che evoca un ritorno a uno stato primordiale, vive in perfetta armonia con la natura. Tutto quello che manca a Giuliana.

Nel finale, la donna narra al figlio un’altra storia, quella degli uccellini che hanno imparato a sopravvivere in natura evitando i fumi tossici: sopravvivere, appunto, non vivere. E questo, con rassegnazione, farà anche lei.

Le fotografie sono state prese dal sito davinotti.com

© Riproduzione riservata


domenica 7 settembre 2025

Ravenna vs Bra 3-1

di Fabio Pagani
Smaltita la delusione di Forlì, il Ravenna torna al Benelli e affronta il Bra. Giallorossi chiamati alla pronta reazione sul piano del gioco, ma attenzione ad un avversario che si presenterà molto motivato.
Novità di formazione per Marchionni: come da noi paventato in settimana, chance da titolare per Donati e cambio anche in cabina di regia con Lonardi che rileva Rossetti.
La partita. Al 9’, Motti si invola verso la porta, ma è bravo il portiere ad uscire ed anticiparlo, rischiando non poco. Al 18’, dopo una decina di minuti combattuti, ci prova Spini con un bel sinistro da fuori area, senza fortuna. Al 25’, Donati recupera un gran pallone e serve Spini: mancino a giro alto di poco. Il primo tempo scorre abbastanza bloccato con il Ravenna che cerca di sfondare ed il Bra che si difende ordinato e non disdegna di proporsi al tiro come al 36’ con La Marca, che conclude fuori. Lampo di Spini al 43’: siluro dal limite che impegna severamente in corner Franzini. Primo tempo in archivio sullo 0 a 0: Ravenna lento nella manovra e molto prevedibile.

Ripresa senza cambi in partenza. Al 6', ghiotto contropiede condotto da Tenkorang, che serve Motti appena dentro l'area, controllo imperfetto e ribattuta del difensore; la palla è ancora viva e lo stesso Tenkorang scodella al centro per la spettacolare rovesciata di Spini, alta sulla traversa. Giallorossi rientrati dagli spogliatoi con ben altro piglio. Al 12', bel cross da sinistra di Rrapaj per Tenkorang, che anticipa di testa il difensore avversario concludendo fuori di pochissimo. Al 14', Bra pericolossismo: affonda sulla destra Chiesa, centro per l'incornata di Sinani, ma Anacoura è provvidenziale e salva la porta. Sull'azione successiva, Ravenna in gol: Spini scodella sul secondo palo per il solito Tenkorang e il Benelli esplode. Alla mezz'ora, esordio di Falbo fra i bizantini, mentre in precedenza Rossetti e Da Pozzo hanno rilevato Lonardi e Corsinelli; cambi anche nel Bra, ora meno timido. Al 32', bell'anticipo di Di Biase su Esposito, ma il suo colpo di testa termina largamente a lato. Al 37', raddoppio del Ravenna: grande azione di Da Pozzo che si presenta davanti al portiere, primo appoggio per Tenkorang respinto, il secondo va meglio e il centrocampista ex Cremonese insacca. Doppietta per il numero 16 giallorosso. Al 44', a sorpresa, il Bra accorcia: da destra, traversone mancino di Sinaj, dormita della difesa ravennate e Di Biase ne approfitta. Due minuti dopo, succede l'incredibile: Da Pozzo atterra Minaj e regala un calcio di rigore al Bra : Maresca va al controllo FVP e conferma il penalty. Sul dischetto Lionetti spara clamorosamente alto e il Benelli giubila. Sull'azione successiva, Mandorlini insacca, con la complicità della deviazione di un difensore ospite, la rete del definitivo 3 a 1; il Ravenna vince, ma ha rischiato di buttare al vento una partita già indirizzata. 
Le voci dagli spogliatoi
Marchionni: oggi abbiamo capito che le partite vanno giocate fino alla fine. Nel primo tempo siamo stati lenti, mentre nel secondo, grazie agli spazi che il Bra ci ha concesso, siamo andati meglio. Ho visto una grande coesione nel gruppo, che è un bel segnale. Faccio un appunto ai miei sull'azione del gol incassato, nata da un nostro calcio piazzato gestito male. Ad ogni modo, sono soddisfatto di ciò che ha fatto il Ravenna in queste prime partite: continuiamo, quindi, nella direzione intrapresa.
Tenkorang: primo tempo bloccato, nel secondo siamo stati più bravi, ma dobbiamo rimanere concentrati fino alla fine. Io sono contento della mia partita e gli inserimenti sono senz'altro la mia caratteristica principale.
Donati: dobbiamo lavorare di più sulla concentrazione perchè sarebbe stato un peccato buttare alle ortiche una partita in cui non avevamo rischiato niente. Personalmente sono felice perchè sto ritrovando un buon minutaggio e sono a disposizione del Mister quando lo ritiene opportuno e in ogni ruolo possa servire, contribuendo anche con la mia esperienza a far crescere questo gruppo. 
Mandorlini: abbiamo rischiato di buttare via una partita già vinta. Per fortuna il risultato è arrivato, ma chiaramente dobbiamo lavorare di piu. Il gol è stata una bella soddisfazione, compreso l'affetto dei miei compagni. Avanti così.


Il tabellino
Ravenna vs Bra 3-1 (15'st. e 37'st. Tenkorang, 44'st. Di Biase, 50'st. Mandorlini)
RAVENNA: 1Anacoura, 2Donati, 21Esposito, 5Solini, 27Corsinelli (23'st. 77Da Pozzo), 17Lonardi (23'st. 8Rossetti), 16Tenkorang, 6Di Marco (30'st. 3Falbo), 11Rrapaj © (41'st. 4Mandorlini), 19Spini, 9Motti (41'st. 29Zagre) A disp.: 12Stagni, 24Borra, 20Calandrini, 30Ilari, 44Bianconi, 45Castellacci, 47Scaringi, 73SErmenghi, 76Karim, 84Menegazzo. All. M. Marchionni.
BRA: 1Franzini, 4Cannistra, 5Chiesa, 10Pautassi, 11Sinani (28'st. 9Di Biase), 29Maressa (19'st. 8Tuzza), 31De Santis, 47La Marca (28'st. 14Lionetti), 72Cucciniello ©, 77Brambilla (9'st. 27Campedelli), 92Baldini (19'st. 21Minaj). A disp.: 22REnzetti, 3Rottensteiner, 19Sammouni, 20Morleo, 28Dimatteo, 36Rabuffi, 80Chiabotto, 99Chianese. All. F. Nisticò.
Ufficiali di gara: sig. Maresca, sig. Ciannarella (1^ assistente), sig. Valcaccia (2^ assistente), sig. Terribile (quarto ufficiale).
Ammoniti: Cucciniello (4’pt.), Chiesa (3'st.), Di Marco (19'st.), Mandorlini (52'st.).
Calci d’angolo: 5 a 2.
Recupero: 0 min. e 6 min. 
Note: al 50' st. Lionetti calcia alto un rigore. Pomeriggio caldo e baciato da un gradevole vento settembrino. Sugli spalti, 18 ospiti in curva sud, mentre nei settori locali capienza che si attesta sulle 3800 presenze. Spettatori complessivi 3813.

© Riproduzione riservata


mercoledì 3 settembre 2025

LA BASSA ROMAGNA NEL CINEMA

di Fabio Pagani

La Romagna in celluloide è spesso associata a Federico Fellini e ad Amarcord: la storia della vita del regista nel contesto della sua Rimini. È vero che si tratta di un racconto paradigmatico di una terra contadina e di provincia, quindi ascrivibile anche alla “bassa”, ma ci distanziano da essa una settantina di chilometri di persone e tradizioni.

Anche la nostra Romagna ha recitato un ruolo importante nella storia del cinema italiano a cavallo fra gli anni ’60 e la fine del millennio: vediamo come.

Partiamo da La riffa (1962), girato da Vittorio De Sica, quarto episodio del film Boccaccio ’70

Sophia Loren sul set (foto tratta dalla Cineteca di Bologna)

Oggetto della sagra paesana è una singolare lotteria che ha come premio Zoe (interpretata da Sophia Loren), giunonica ragazza che gestisce un tiro a segno, che si offre al vincitore per aiutare due amici in difficoltà. Il fortunato è il sagrestano del paese, che però non riscatterà mai il proprio premio…

Le scene principali si articolano fra Lugo (viale della Libertà, piazza Garibaldi e via Risorgimento) e Bagnacavallo (via Farini), dove le persone informano Cuspìt (pronuncia Cuspèt) di essere il vincitore della riffa.

Nel 1970, Luigi Filippo D’Amico filma una pellicola diventata cult, la prima nel suo genere: Il presidente del Borgorosso Football Club. Benito Fornaciari, interpretato da Alberto Sordi, eredita dal padre scomparso la proprietà della squadra di calcio del paese di Borgorosso; cresciuto nell’austero ambiente del Vaticano, Benito è dapprima riluttante, ma poi si fa trascinare dalla passione della gente della sanguigna Romagna e, nonostante le disavventure finanziare, rimane in sella alla squadra eccitando la folla con l’acquisto del grande campione Omar Sivori. 

Alberto Sordi ed Omar Sivori durante le riprese (foto personale)

Le scene sono ambientate a Lugo (stadio e cantine Valli, dove ha sede l’ufficio di Fornaciari), Tredozio e soprattutto Bagnacavallo, di cui si vedono molti scorci del centro e l’esterno ed interno del teatro Goldoni, dove ha vita la scena più iconica del film.

Chiudiamo la nostra rassegna con L’Agnese va a morire (1976) di Giuliano Montaldo. Tratta dall’omonimo romanzo di Renata Viganò, l'opera è incentrata sulla storia di una donna, a cui i tedeschi hanno ucciso il marito, che decide di entrare nella Resistenza con il compito di consegnare dispacci segreti ai compagni di lotta. Sono diverse le location scelte dal regista per girare le scene: la piazza di Bagnacavallo, dove i nazisti espongono il cadavere di un partigiano, le valli di Comacchio, via destra Senio ad Alfonsine, Ravenna, ecc.

Via destra Senio, Alfonsine (fotogramma)

Il feeling fra la Romagna ed il cinema non finisce certamente qui: potremmo, infatti, parlare di tante altre pellicole, da La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone di Pupi Avati (1974), a La neve nel bicchiere di Florestano Vancini (1984), per chiudere con E allora mambo (Lucio Pellegrini, 1999).

Vi invito a rimanere attenti e… Al prossimo ciak!

© Riproduzione riservata

lunedì 1 settembre 2025

Forlì vs Ravenna 1-0

La maledizione Miramari non perdona: il Ravenna cade a Forlì

di Fabio Pagani

La legge del Morgagni colpisce ancora: il Ravenna cade a Forlì e lo fa dopo aver disputato una partita in cui gli è mancato un po' di mordente, nonostante l’impegno. Tante le occasioni create dai giallorossi, rimane l'amaro in bocca per una prestazione non negativa, ma meno brillante sul piano del gioco rispetto alle ultime.

Davanti a 611 supporters giallorossi, in una cornice di pubblico da copertina, il Ravenna cerca di fare la partita pressando e aggredendo i padroni di casa. Il Forlì mette fuori il becco all’11’ con l’ex Simone Saporetti, che conclude debolmente. Tre minuti dopo si fa vedere Di Marco che, su invito di Motti, da posizione defilata prova un sinistro che finisce largo. Al 15’, Ravenna vicinissimo al gol: Tenkorang si inserisce, di forza, con i tempi giusti e si presenta davanti a Martelli: il tiro del centrocampista è, però, centrale ed il portiere respinge d’istinto. Al 26’ Saporetti e al 30’ Farinelli provano ad impensierire Anacoura, senza fortuna. Ma l'inerzia del match sembra cambiare e la truppa di Miramari prende sempre più campo. Sul finale di tempo segnaliamo due occasioni, una per parte: Tenkorang, ancora lui, di testa su corner di Spini, con Menarini che respinge il pallone quasi sulla linea di porta; un minuto dopo, al 42’, tiro-cross velenoso dal lato destro dell’area di rigore di Manetti, bloccato in maniera sicura da Anacoura.

Le due squadre all'ingresso in campo

Ripresa subito con un cambio: fuori l’acciaccato Lorenzo Saporetti e dentro un altro ex, Pellizzari. Al 3’, il Morgagni esplode di gioia: grande azione di Saporetti, che si incunea ai 25 metri, chiamando allo scambio Scorza: movimento da pivot del numero 21 biancorosso e sfera appoggiata allo stesso Saporetti, che trafigge Anacoura con un sinistro secco sul primo palo. La dura legge dell’ex. Al 5’, corner di Menarini (fra i migliori del Forlì) e girata volante di Elia alta sulla traversa. Al 14’, Marchionni cambia e passa al 3-4-3, inserendo Zagre per Tenkorang e Lonardi per Di Marco; la mossa dà la scossa ai giallorossi, ora più minacciosi. Al 19’, Spini si invola sulla sinistra e serve un assist al bacio per Corsinelli che, solo al centro dell’area, spara alle stelle. 21’, ci prova Zagre: controllo e girata di destro, ma Martelli dice di no. Sugli sviluppi del corner seguente, zuccata centrale di Rossetti, facile per il portiere di casa. Al 25’, Ravenna ad un passo dal pari: ancora Zagre (buona la sua gara) in evidenza con il recupero di un pallone al limite dell’area, appoggio intelligente a Lonardi che fa partire un sinistro a giro sul secondo palo: Martelli è fermo, ma la sfera fa la barba al montante ed esce sul fondo. 

I 611 tifosi ravennati al Morgagni

Alla mezz’ora ci riprova Rossetti, stavolta su centro di Donati, ma il suo destro è sporcato in calcio d’angolo da Elia. Nel finale di un derby molto combattuto e nervoso il Forlì rimette la testa fuori dal guscio, prima con Macrì (sinistro dai sedici metri, alto) e poi con Farinelli, anticipato sul più bello da Da Pozzo. Finisce così, 1 a 0, con il trionfo di tattica e grinta dell’undici di Miramari, apparso più affamato e determinato degli avversari. Il Ravenna non ha comunque demeritato, avendo creato diverse occasioni, ma è mancata, a nostro giudizio, la lucidità necessaria per portare a casa una partita del genere contro un avversario spigoloso e duro a morire.

Il tabellino

Forlì vs Ravenna 1-0 (3’st. S. Saporetti)

FORLI’: 22Martelli, 24Cavallini, 25Elia, 27Manetti, 4L. Saporetti © (1’st. 32Pellizzari), 11Farinelli (51’st. 19Ercolani), 3Menarini, 21Scorza (37’st. 6Franzolini), 10Macrì, 7Petrelli (23’st. 9Manuzzi), 33S. Saporetti (23’st. 30Coveri).  A disp.: 1Calvani, 12Veliaj, 2Mandrelli, 8Ripani, 14Spinelli, 15Berti, 16Valentini, 18Giovannini, 29Graziano, 31La Rosa. All. A. Miramari.

RAVENNA: 1Anacoura, 47Scaringi (27’st. 2Donati), 21Esposito, 5Solini, 27Corsinelli (27’st. 20Calandrini), 8Rossetti, 16Tenkorang (14’st. 29Zagre), 6Di Marco (14.st. 17Lonardi), 11Rrapaj © (38’st. 77Da Pozzo), 19Spini, 9Motti. A disp.: 12Stagni, 24Borra, 4Mandorlini, 7Okaka, 32Ilari, 44Bianconi, 45Castellacci, 76Zakaria, 73Sermenhi. All. M. Marchionni.

Ufficiali di gara: sig. Lovison, sig. Singh (1^ assistente), sig. Rispoli (2^ assistente), sig. Eremitaggio (quarto di gara), sig. Rignanese (FVS).

Ammoniti: 20’pt. L. Saporetti, 10’st. Pellizzari, 12’st. Di Marco, 15’st. Macrì, 19’st. Lonardi, 32’st. Menarini, 33’st. Spini, 35’st. Calandrini.

Calci d’angolo: 5 a 8.

Recupero: 0 min. e 5 min.

Note: serata calda e umida, oltre 600 tifosi ospiti sugli spalti. Spettatori complessivi circa 3000.

Le parole del dopopartita (raccolte negli spogliatoi dall'amico Francesco Elia, collaboratore del giornale "Piazzale della Vittoria")

Mr. Marchionni: secondo me abbiamo fatto una buona gara soprattutto in fase di non possesso; avremmo potuto fare meglio con il pallone fra i piedi, abbiamo creato molto, reagendo dopo il gol subito. Non siamo riusciti a sfruttare al meglio le occasioni avute. Mi "girano" un po' per la rete incassata perchè abbiamo perso due palloni tra le linee; tolto questo, però, ho del rammarico in quanto avremmo probabilmente meritato il pareggio soprattutto nel secondo tempo e dopo il cambio di modulo Non cerchiamo alibi, abbiamo perso e accettiamo il risultato. 

Mr. Miramari: abbiamo continuato il nostro cammino, con la differenza che oggi siamo riusciti a raccogliere i frutti del nostro lavoro. La prestazione è stata buona, anche se c'è ancora molto margine di miglioramento; stiamo andando nella direzione giusta: "tu fai tre passi e l'orizzonte si allontana di altri tre passi", come dice Eduardo Galeano (scrittore uruguaiano, N.d.A.), ma il percorso è quello giusto.