di Fabio Pagani
Come promesso la scorsa settimana, proseguiamo il nostro
viaggio nel cinema e, in particolare, in quello ambientato in Romagna. Il Deserto
Rosso è il capolavoro di Michelangelo Antonioni: girato quasi interamente a
Ravenna, il film mette in evidenza le inquietudini e i disagi dell’umanità. La
città bizantina non è quella dei mosaici e delle chiese, ma viene rappresentata
nel suo più profondo silenzio; ciò che ha colpito il regista, originario di
Ferrara e quindi non lontano da Ravenna, è la convivenza fra ambiente e
industria nell’economia di un mondo che sta cambiando e diventando sempre più
impersonale e arido.
La storia del film è ben nota: Giuliana (Monica Vitti) è
coinvolta in un incidente d’auto che le procura un forte choc dal quale non
riesce a riprendersi. Lo stato di depressione in cui cade viene aggravato dal
contesto in cui vive, popolato di fumo e grigiore. Stanca della vita coniugale,
cerca consolazione in Corrado, amico del marito di Giuliana, che la seduce
intrecciando con lei una relazione clandestina. Tuttavia ciò non serve ad
alleviare i tormenti della donna, che tenterà il suicidio, senza riuscirci,
continuando quindi a vivere senza dare alcun scopo alla sua esistenza.
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Monica Vitti nel ruolo di Giuliana |
Emerge il tema di fondo della solitudine di Giuliana,
rimarcata dalla non accettazione intrinseca di una vita che ritiene inutile e
della metamorfosi del paesaggio, che da rurale diventa industriale. Anima e
cuore cedono il passo a silenzio e rassegnazione. Qualsiasi tentativo di
evasione diviene, perciò, effimero e non fa altro che aggravare il disagio
psicologico della protagonista.
Ma veniamo al set: il complesso industriale in cui lavora
Ugo, marito di Giuliana, è l’ex villaggio ANIC di Ravenna, situato in via
Baiona 107; l’esterno dell’edificio in cui la signora, senza il marito,
incontra per la prima volta Corrado è in via Pietro Alighieri 8, mentre l’albergo
in cui i due amanti si ritrovano è in via Porta Aurea 1.
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L'ex villaggio ANIC ieri e oggi |
Ravenna, ma non solo: i luoghi dove si recano Giuliana e
Corrado per “sentire il rumore delle stelle” sono i radiotelescopi di Medicina
(Bologna), inaugurati proprio nel 1964, anno di uscita del film.
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I radiotelescopi di Medicina ieri e oggi |
Il Deserto Rosso precorre i tempi, anche per il messaggio che ci lascia:
Giuliana, afflitta dall’insopportabile dolore di vivere, cerca la fuga prima
nel tentato suicidio e poi nell’evasione dalla realtà attraverso le visioni da
cui è rapita. Una di queste è la favoletta che racconta al figlio dalla spiaggia
di Budelli, in Sardegna, dove una ragazzina, immersa in un luogo che evoca un
ritorno a uno stato primordiale, vive in perfetta armonia con la natura. Tutto
quello che manca a Giuliana.
Nel finale, la donna narra al figlio un’altra storia,
quella degli uccellini che hanno imparato a sopravvivere in natura evitando i
fumi tossici: sopravvivere, appunto, non vivere. E questo, con rassegnazione,
farà anche lei.
Le fotografie sono state prese dal sito davinotti.com
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